Redazione1 |
30.09.2006 12:16
Lunedì 26 settembre, nel tardo pomeriggio, le autorità doganali svizzere hanno fatto stare in coda,con le auto ferme per ore, migliaia di lavoratrici e lavoratori frontalieri italiani che tornavano a casa dopo una giornata di lavoro, in particolare ai valichi verso le province di Como, Sondrio, Varese e Verbania. Si è trattato di un evento eccezionale, in seguito ad una presunta rapina e alla fuga degli altrettanto presunti autori, poi rivelatisi estranei; siamo però di fronte alla spia di una gravosa fatica quotidiana, quella causata da lunghe ore di guida e da colonne prolungate alle frontiere, spesso senza alcuna ragione.
Occorre impegnarsi in maniera concreta per trovare tutte le soluzioni possibili per migliorare il viaggio dei frontalieri, mediante piccole e grandi opere che da tempo sollecitiamo, quali le corsie preferenziali per i frontalieri loro riservate sia il mattino in entrata che la sera in uscita; l’adeguamento dei trasporti pubblici, resi finalmente convenienti; gli interventi sulla rete viaria che permettano una più veloce e sicura percorribilità : ricordo l’annoso problema, ancora irrisolto dall’ANAS, della variante tra Porlezza e Lugano.
Claudio Pozzetti
Responsabile nazionale frontalieri CGIL
Consigliere CGIE
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