Redazione1 |
15.10.2006 22:15
LINEA DURA PER CHI EVADE IL FISCO ? NON SERVE, AL PARI DELLA LEGGE MERLIN…
In questi giorni la stampa nazionale ha riportato alcuni dati ISTAT secondo i quali, tanto per citare un solo esempio, (ma ce ne sarebbero molti altri da citare), i gioiellieri pagherebbero meno tasse dei maestri elementari.
Che il pagare le tasse non costituisca un piacere anche perché, al giorno d’oggi, in un mondo di precariato, è faticoso guadagnare questi quattro soldi che servono per vivere, non ci piove. Che non sia facile scovare gli evasori costituisce un altro problema non facile da risolvere in quanto siamo un po’ tutti evasori, vuoi perché se viene l’idraulico in casa lo paghi meno se non ti fa fattura, vuoi in ultima analisi perché, risparmiare non pagando le tasse, significa per qualcuno trattenere qualche soldo in più da spendere talvolta anche per bisogni essenziali. Di certo è che qualsiasi misura repressiva non serve a nulla in quanto evadere è un po’ come esercitare il più vecchio mestiere del mondo… per cui, va da se che, se uno evade, esso rientra nella stessa cerchia per la quale, neanche la famosa legge Merlin, è riuscita a dare buoni frutti, se è ben vero che, come in effetti è, ora come ora, è stata importata la prostituzione anche dall’estero. Solo a titolo di semplice battuta, fa sorridere che l’attuale sindaco di Treviso, da sempre un po’ bizzarro come il suo predecessore, abbia fatto mettere sulla s.s. Terraglio un cartello in cui è scritto: “Si vieta alle macchine la sosta per contrattare con le prostitute…”
Ma veniamo alle cose serie. Pagare le tasse, nei paesi evoluti, significa esercitare quasi un “piacere”, significa camminare a testa alta, vuol dire che si è recepito il concetto secondo il quale pagando tutti pagano meno tutti: insomma, chi non paga le tasse, come succede in Isvizzera, deve essere additato come una sorta di malandrino che ruba alla società. A nulla valgono le misure repressive se, all’origine, non esiste un’educazione fiscale, direi più morale che fiscale, cultura-educazione che ti fanno sentire una persona per bene in quanto, anche un tuo modesto contributo alla gestione complessiva del paese, porta il tuo nome, significa insomma che quella strada statale o quel lampione comunale è anche in parte tuo…ma fallo capire agli Italiani che, ancor oggi, credono che evadere significhi essere furbi e non ladri ! Perchè di ladri si tratta anche se evadi per un solo Euro !
Direte che dire queste cose significa scoprire l’acqua calda; ciò forse è vero, come sarebbe bello però che venisse il momento in cui maturasse la consapevolezza che non ci si può sottrarre da questo obbligo fiscale che consentirebbe all’Italia di ripartire presto e bene.
La scuola dell’obbligo dovrebbe insegnare anche questo, così come insegna educazione civica o che so io. Questo governo, almeno finora, si è mosso in questa direzione, incontrando però numerosi ostacoli; segno evidente che la cultura dell’onestà ancora non aleggia nel cervello del popolo italiano che si ritiene furbo quando non paga. Oggi pullulano i tecnici per fregare il fisco e, salvo eccezioni, penso che anche loro si diano da fare…
Ed allora che fare ?
Si incominci sin d’ora a battere il chiodo sulla necessità di creare, sin dai banchi di scuola, questo tipo di educazione e si trovi nel contempo un sistema che vieti il pagamento delle piccole transazioni “occulte” con denaro contante, facendo maturare la consapevolezza che è ladro sia chi riceve senza far la regolare ricevuta che chi paga il corrispettivo di un lavoro senza l’imposta aggiunta.
Non sarà facile, lo so, ma gli Italiani, un po’ alla volta, lo dovranno pur capire che, così facendo, staremmo tutti meglio, evitando di sentirci ladri dentro.
ARNALDO DE PORTI.
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