|

|
|
Welfare Italia |
Foto Gallery |
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia |

|
|
|
 |
 |
Forum :: Referendum :: No alla legge 40 :: L’INCERTEZZA DEL DIRITTO di A.V.Gelormini |
Autore |
L’INCERTEZZA DEL DIRITTO di A.V.Gelormini |
Redazione1 |
9.12.2006 18:27
L’INCERTEZZA DEL DIRITTO
di Antonio V. GELORMINI
Da oggi certamente la Magistratura è più sola. E di questo non potrà che darne conto a se stessa. Da oggi, di certo, il diritto è più incerto. E questo grazie alla singolare sentenza della Corte di Cassazione, che ha annullato le condanne di primo e secondo grado del processo Sme per “incompetenza territoriale”. Una sentenza del massimo grado giudicante dell’ordinamento giudiziario italiano che, come tale, non è contestabile.
Sarà pur vero, come ha affermato autorevolmente l’ex primo presidente della Corte, il giudice Marvulli, che tra le righe di una sentenza del 2003 c’era l’avvertimento sulla competenza della sede processuale della vicenda, che vedeva coinvolti gli avvocati Previti e Attilio Pacifico e l’allora capo dei giudici preliminari Renato Squillante. Ma a parte le valutazioni sull’opportunità di trasmettere un’indicazione più o meno in codice, al cittadino medio oggi risultano incomprensibili la tempistica e il distacco dal merito della questione.
E’ sconcertante. Per quanto ci si sforzi, non si riesce a capire quale tipo di garantismo consente di vanificare il lavoro, la tenacia e l’impegno di tanta gente, perché quel lavoro lo hanno svolto organismi non competenti. E ce lo dite oggi, dopo dieci anni?
Forse trovare il modo di sospendere le condanne e verificare se la sede competente potesse ritenere valido il lavoro già svolto, sarebbe stato più opportuno. Ma probabilmente questo non è contemplato dal nostro ordinamento. Fatto sta che la sentenza azzera tutto a pochi mesi dalla prescrizione.
La vicenda non riguarda i soli giudici di Milano, ma l’intero ordinamento giudiziario per due ragioni ben precise. Perché in dieci anni ci sono state decisioni e sentenze in merito prodotte da diversi organi e gradi, fino ad interessare la stessa Corte di Cassazione. E perché due sentenze di condanna, per il caso Sme, annullate solo per questione di competenza territoriale, non cancellano l’accertata corruzione di alcuni altri giudici. A meno che non si voglia ammettere che i condannati possono risultare tali per alcune sedi processuali e invece innocenti per altre corti.
Mancano risorse finanziarie per la carta, le fotocopie e i raccoglitori, ma sarà pure legittimo chiedersi: quanto è costato un processo come questo per arrivare ad un nulla di fatto, che in realtà offende i cittadini e discredita l’istituzione? Entrando in un’aula di tribunale e leggendo quel nobile ammonimento incastonato sul muro, al di sopra del banco coi tocchi e le toghe, ti coglieva un filo di timore e veniva spontaneo togliersi il cappello.
Ancora una sentenza come questa e sputare per terra non meraviglierà più nessuno. (gelormini@katamail.com)
|
|
 |
|