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Forum :: Lettere :: Lettere aperte a.... :: Squlli di trombe di A.V.Gelormini |
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Squlli di trombe di A.V.Gelormini |
Redazione1 |
3.03.2007 19:46
SQUILLI DI TROMBA PER ENNIO MORRICONE
di Antonio V. GELORMINI
Mai Oscar fu più sudato, desiderato e meritato. Ci sono volute oltre trecento colonne sonore e altrettanti film, alcuni dei quali devono la loro fortuna soprattutto alla trama musicale che li accompagnava, per far maturare il riconoscimento dell’ambita statuetta al compositore italiano più amato nel mondo del cinema e dagli spettatori di ogni sala di proiezione.
Roba da non crederci, ma Ennio Morricone non aveva mai vinto un Oscar. Con il riconoscimento ad una carriera lunga quarantacinque anni, con cinque nominations e mai un successo, oggi si pone rimedio ad uno dei paradossi più imbarazzanti per l’Academy hollywoodiana. Il suo ingresso in sala a Los Angeles avrebbe meritato lo squillo di trombe dell’Aida, hanno scelto uno dei temi più famosi (da C’era una volta in America), tra quelli che meglio hanno accompagnato le emozioni di ogni generazione cinematografica.
Troppo facile il ritornello delle colonne sonore per i western all’italiana di Sergio Leone, vere e proprie colonne d’Ercole per il successo del regista romano. Ci piace, invece, ricordare i commenti musicali a capolavori come “La battaglia di Algeri”, con Gillo Pontecorvo coautore delle musiche oltre che regista d’avanguardia, “Sacco e Vanzetti”, e lo stratosferico successo di Joan Beats, “C’era una volta in America”, “Nuovo Cinema Paradiso” e “La leggenda del pianista sull’Oceano”, i veri e propri concerti sinfonici cinematografici. O ancora il magnifico e suggestivo sottofondo al kolossal televisivo “Marco Polo”.
Ma è con altri due registi, guarda caso entrambi allevati dal “nume” Sergio Leone, che la poliedricità di Ennio Morricone viene messa a dura prova, dando vita a rari esempi di fusion tra sceneggiatura e colonna sonora per fissare degli affreschi cinematografici di scuola classica-popolare con Bernardo Bertolucci e il suo “Novecento”, e di influenza meta-contemporanea con la trilogia degli animali di Dario Argento. Dove le tecniche innovative, per suscitare tensione emotiva nel pubblico, vengono esaltate in thriller/horror come “L’uccello dalle piume di cristallo”, “Il gatto a nove code” e l’indimenticabile “Quattro mosche di velluto .(gelormini@katamail.com)
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