Redazione1 |
7.04.2007 21:29
PENSIONI: PIU’ CHE DIMEZZATO IL POTERE DI ACQUISTO DAL 1994
Esiste ancora una categoria di…”viventi sine die”, alla quale appartengo anch’io dal 1993 e che risponde al nome di pensionati, categoria che è passata attraverso un paio di forche caudine pagando di tasca propria.
La prima volta fronteggiando la disonestà di molti commercianti che hanno raddoppiato i prezzi approfittando disonestamente dell’avvento dell’Euro e cioè cambiando “motu proprio”, oserei dire spudoratamente, la parità : “ Un Euro uguale a mille lire anziché due mila lire”, la seconda volta attraverso quella piccola fisiologica svalutazione che, se non fosse stato per l’Euro che ha salvato il Paese, ci sarebbe stata in maniera assai sostenuta, al punto da rendere quasi nullo, per i pensionati, il potere di acquista della ex-lira.
Finora non ho ritenuto opportuno lamentarmi rispetto a tanti altri “colleghi” che sicuramente percepiscono molto meno di me anche in funzione di una pregressa diversa posizione professionale, ma ora è venuto il momento di una qualche reazione in quanto, se qualcuno non fa sentire la sua voce, si corre il rischio di aspettare che il problema si risolva da solo in base a quel disegno divino che, ad un certo momento, ci destina nella terra dei più…
Di questo ho parlato diverse volte sulla stampa, anche nazionale, ma nessuna risposta. Dapprima perché le coperte della finanziaria erano corte, poi perché non volevo creare ulteriori problemi a questo governo, il quale, non ha ancora riflettuto abbastanza su questo urgente argomento di ordine sociale.
Che fare ? C’è stata oppure no una categoria, quella dei commercianti che, a suo tempo, si è arricchita col pretesto dell’Euro, e ciò a danno delle persone a reddito fisso, inclusi i pensionati ? Categoria, a suo tempo protetta non proprio trasparentemente dal precedente governo di centro-destra ? Mi pare che non ci siano dei dubbi !
Premesso che ci sarebbe la possibilità, anche se farraginosa, di ricordare a questi signori che dovrebbero restituire il “maltolto” magari tassandoli in qualche modo sulla scorta dei bilanci pregressi, dei documenti contabili e quant’altro, perché questo governo, sulla base di questo ragionamento, non pensa di rivalutare “sostanziosamente” le pensioni, magari anche con una corresponsione “una tantum” agli aventi diritto, in base ad una scaletta delle svalutazioni, anno per anno ?
Prima c’erano dei problemi in quanto la coperta era corta, ma ora a seguito delle impreviste e discrete entrate fiscali che si sono presentate, perché non si pensa di ritoccare sensibilmente le pensioni ? E ciò, ipotizzando delle scalette temporali di svalutazione, magari con qualche trattenuta a chi in precedenza ne ha “indebitamente” approfittato ?
O dobbiamo aspettare che il problema si risolva da solo con un bel…Requiem aeternam cantato ? O, presumibilmente, anche senza di questo, visto che anche le funzioni liturgiche vanno pagate ?
ARNALDO DE PORTI
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