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Forum :: Lettere :: Lettere aperte a.... :: La forza di Veltroni di A.V.Gelormini |
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La forza di Veltroni di A.V.Gelormini |
Redazione1 |
12.04.2008 11:05
LA FORZA SERENA DI VELTRONI
di Antonio V. Gelormini
E’ credibile, non usa gira di parole, ha coraggio e, da quando ha cominciato questa lunghissima campagna elettorale, non ha perso una briciola dell’entusiasmo iniziale. Con tali propulsori e con l’audacia di una speranza mai affievolitasi ha dato vita ad una rimonta dalla portata storica. Impensabile solo qualche mese fa.
Ed ora può davvero farcela. Lo si legge negli occhi della gente che lo ascolta. Lo dicono le piazze che tornano a riempirsi, ma soprattutto la serenità che le pervade. Lo testimonia il nervosismo che serpeggia nelle file degli avversari, che vedono svanire il poderoso vantaggio dell’uomo solo al comando e sentono di poter fare poco per la volata finale.
Tra chilometri percorsi, città visitate, animi accesi e affluenza ai comizi, i numeri sono da capogiro. Sin dal principio ha imposto l’agenda, dettato i temi e fissato i ritmi della contesa elettorale. Ha saputo utilizzare con profittevole sagacia il sistema mediatico, chiuso gli spazi agli avversari nei momenti cruciali, costretto questi ultimi a reazioni scomposte che hanno ulteriormente confuso la proposta alternativa all’innovazione del Partito Democratico.
Le polemiche ed i tentativi di spostare il dibattito su brogli, schede da ristampare, avviso di sfratto al Quirinale, sedi secondarie partenopee di Palazzo Chigi e quant’altro, non hanno fatto breccia. Veltroni ha tirato dritto lungo un percorso fatto di toni pacati, decisi e sempre aperti al confronto sul merito dei contenuti.
Si ha l’impressione che alla fine il metodo abbia pagato. Le centomila persone di Napoli (una piazza difficile, dati i tempi) sono solo l’ultima prova di una sfida vinta senza ombra di dubbio. Rappresentano una forza per sottolineare che eroi sono persone come Falcone e Borsellino, Calabresi o Ambrosoli e non certamente altri, checché ne dicano Dell’Utri e lo stesso Berlusconi. E danno il coraggio per chiamare i capi-cosca col proprio nome, uno ad uno, per fargli sapere che i loro voti non sono graditi.
Si è replicato a Milano e poi a Roma. Ogni volta oltre centomila persone e questa volta è per far sapere alla Lega che all’Umberto irascibile che incita ad imbracciare i fucili, il Partito Democratico contrappone un altro Umberto: lo scienziato che combatte i tumori e che incita ad imbracciare bel altre armi, per dar man forte alla ricerca e sollevare il più possibile le sofferenze da malattie. Ma anche per ribadire che Totti è meglio lasciarlo stare e che: “Le larghe intese non rientrano nella prospettiva del Pd, lo voglio dire a lettere cubitali”. Chi vince, quindi, governa.
Ancora poche ore e poi si tireranno le somme. Veltroni avrà l’età del suo avversario nel 2026. Negli ultimi giorni la cosa è diventata più evidente. E c’è una vena patetica nel vecchio che si sforza di apparire giovane, ma poi fugge dal confronto diretto. Sono debolezze che si pagano. Con serenità, pacatamente. Ma si paganao.
(gelormini@katamail.com)
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