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Iniziative non violente......la non vioelnza al potere
8.06.2003

Movimento nonviolento
Resistenza e Pace
Pax Christi

All'interno del percorso "Le parole della nonviolenza",
giunto alle parole "Potere di tutti",

"Elementi di teoria nonviolenta del potere"

con Pasquale Pugliese
del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento
e del Gruppo di Azione Nonviolenta di Reggio Emilia


L'incontro si svolgerà Mercoledì 11 Giugno alle ore 20.30,
presso il Centro don Gualdi (sede, tra l'altro, del Centro di
Documentazione
e Ricerche "Incontrotempo"),
in via del Guazzatoio, a Reggio Emilia

Si allegano di seguito:

1) una riflessione introduttiva di Aldo Capitini su "La teoria delle due

fasi del potere";
2) l'articolazione del percorso completo a Reggio Emilia;
3) il documento promotore dell'intero percorso nazionale;


La teoria delle due fasi del potere

La scelta della rivoluzione nonviolenta al posto della rivoluzione
violenta dipende dalla fiducia che i mezzi conformi alla nonviolenza
assicurano, a lungo andare, una maggiore stabilità alle conquiste. Il
rivoluzionario violento è pessimista, poiché egli distrugge gli
avversari e
impone nuove strutture sociali con la dittatura. Siamo noi sicuri che
gli
avversari sono chiusi alla trasformazione che proponiamo? Naturalmente
non
c'è da illudersi, ritenendo che gli avversari si muteranno súbito,
appena
noi faremo le nostre proposte, che li danneggiano: non è questo che può
pensare il gruppo nonviolento, che non si illude affatto. Ma se la
proposta
rivoluzionaria è accompagnata da due elementi:
1. la crescente solidarietà dal basso con altre persone;
2. il sacrificio proprio in un lungo tempo, con la costante
affermazione
della propria proposta rivoluzionaria; la cosa matura in modo diverso.
Può darsi, vedendo la situazione strategicamente, che, se le forze di
rivoluzione violenta corrono il rischio di non esser più vittoriose,
poiché
il fronte della conservazione può dispiegare una capacità repressiva
schiacciante ora che ha capito di esser messa in pericolo; questo sia il

momento storico nel quale bisogni soprattutto consolidare la posizione
che
teniamo e trovare i modi di rafforzare e confortare i persuasi, perché
non
si disperdano.
Ciò che manca oggi è proprio un addestramento al saper resistere e tener

fermo, a fianco dell'addestramento all'assalto rivoluzionario. Proprio
in
questo tempo sta avvenendo l'arricchimento dell'opposizione, mediante la

posizione nonviolenta, che condivide la lotta, ma non l'uso dei mezzi
violenti. E per non ricevere l'accusa di essere improduttivi e
inefficaci,
non c'è altro che sviluppare all'estremo i due punti accennati: lo
stabilire
solidarietà, il saper resistere a lungo. Di solito il nonviolento
resiste
meglio, perché muove dal principio che la sua lotta è lunga ed è
preparato
ad essa, che dà già gioia.
Questo discorso vale anche ad illuminare l'espressione "il potere di
tutti". La solidarietà aperta e il sacrificio resistente conferiscono un

potere a tutti, danno cioè una capacità di influire, di presentare
effìcacemente la propria volontà, di essere, sia pure inizialmente in
piccolo, ascoltati e fors'anche obbediti. Bisogna saper praticare i due
modi
della rivoluzione nonviolenta per capire poi, quasi con stupore, che
esiste,
anche da questa parte, un potere; un potere che si esplica da un
"centro".
Con la persuasione nonviolenta appare il rilievo del centro (una persona
o
più persone), da cui viene esercitata quella determinata pratica nel
mondo
circostante. La teoria del "centro" aperto a dare il contributo proprio
nel
mondo circostante, viene a sostituire la teoria della comunità dei
salvati,
chiusi nella loro pratica e destinazione diverse. La fedeltà alla
compresenza crea, con ciò stesso, un centro aperto.
La presenza di un centro modifica già la struttura sociale, che non è
più
composta di persone aventi un potere e di persone che non lo hanno: un
centro che attua l'apertura nonviolenta mostra che è possibile avere un
potere, senza bisogno di sostenerlo con la violenza. Il persuaso come
centro
è la prova visibile che è possibile fronteggiare il potere assoluto
delle
istituzioni.
Tutto ciò aiuta a meglio accertare il potere possibile, pure non
stando
al governo, se questo non potesse essere che nei vecchi modi. Questa che
si
potrebbe chiamare la "teoria delle due fasi del potere", sostituita alla

teoria di una sola fase del potere, che è stata dominante nella prima
fase
del secolo. La teoria delle due fasi del potere fa posto ad una fase di
potere senza governo, che crea la meritevolezza davanti alla storia. Di
contro al pessimismo che soltanto con lo Stato si dominano gli uomini
inguaribilmente e interamente egoisti e violenti (un ragionamento che ha

anche il limite, che lo Stato, che dovrebbe dominare e correggere gli
individui, potrebbe trovarsi nelle mani di una persona, di un gruppo
egualmente egoista e violento) facciamo valere il metodo di impostare
un'
adeguata articolazione della prima fase, quella del potere senza
governo,
premessa e garanzia che l'eventuale seconda fase sia un potere nuovo
"conseguente" alla prima fase, di allargamento delle aperture, di
addestramento alle tecniche della nonviolenza (che non può essere usata
a
caso, specialmente se è attività di gruppo), di miglioramento della zona
in
cui si vive (perché da una periferia onesta, pulita, nonviolenta,
avverrà la
resurrezione del mondo), di lavoro educativo, di impostazione di
continue
solidarietà con altri nella rivoluzione permanente per la democrazia
diretta
connessa intimamente con la nonviolenza.

Aldo Capitini, Omnicrazia potere di tutti, in Il Potere di tutti,
Firenze,
La Nuova Italia, 1969, pp. 86-87


Movimento nonviolento
Resistenza e Pace
Pax Christi

Le parole della nonviolenza
10 parole e 10 incontri di riflessione creativa verso...il lupo di
Gubbio

Reggio Emilia
Novembre 2002-Agosto 2003

"Le parole della nonviolenza" è un percorso collettivo - aperto a tutti
- di riflessione creativa sulle 10 parole centrali della tradizione
laica e religiosa della nonviolenza, che ne delineano gli ideali di
riferimento.

10 parole, una al mese, che ci accompagneranno da novembre 2002 ad
agosto 2003.

Un cammino da fare insieme a Reggio Emilia, in preparazione del cammino
che si svolgerà a Settembre - 5, 6 e 7 - da Assisi a Gubbio sul
tema "Mai più eserciti e guerre: la nonviolenza è il varco attuale della

storia"

Una proposta di riflessione collettiva che prevede - il secondo
mercoledì di ogni mese - un giorno di digiuno dal cibo e dalla
televisione ed un incontro serale presso i locali del Centro don Gualdi.

Ogni serata avrà uno svolgimento diverso - dalla visione di video alla
lettura di testi e poesie, dalla performance teatrale alla riflessione
libera ecc. - in base alla parola del mese ed alle proposte dei
partecipanti, e si concluderà in maniera conviviale con...tarallucci e
vino.

1^ parola: Forza della verità
mercoledì 13 novembre

2^ parola: Coscienza
mercoledì 11 dicembre

3^ parola: Amore
mercoledì 8 gennaio

4^ parola: Festa
mercoledì 12 febbraio

5^ parola: Sobrietà
mercoledì 12 marzo

6^ parola: Giustizia
mercoledì 9 aprile

7^ parola: Liberazione
mercoledì 14 maggio

8^ parola: Potere di tutti
mercoledì 11 giugno

9^ parola: Bellezza
mercoledì 9 luglio

10^ parola: Persuasione
mercoledì 13 agosto


Movimento Nonviolento
c/o Pasquale Pugliese
tel.: 0522 434767
e-mail: puglipas@interfree.it

Associazione Resistenza e pace
c/o MAG6
Via Vittorangeli 7/d
42100 Reggio Emilia
telefax. 0522 - 454832
e-mail: ass-rep@libero.it


- Le dieci parole della nonviolenza, in cammino verso il lupo di Gubbio

Il XX Congresso del Movimento Nonviolento ha promosso, in continuita' e
sviluppo della Marcia del 2000 Perugia - Assisi "Mai piu' eserciti e
guerre", un appuntamento per tutti gli amici della nonviolenza a
settembre
2003 (4,5,6 e 7). Un cammino, un incontro. Tema centrale sara'
il conflitto, nelle sue diverse manifestazioni e modalita' di
affrontarlo. Approfondire e diffondere la proposta nonviolenta ci e'
sembrato infatti necessario ed urgente, nella convinzione che "La
nonviolenza e' il varco attuale della storia". Come luogo significativo
abbiamo indicato Gubbio (la conversione del lupo), ma molto resta ancora

da definire su modalita' e caratteristiche dell'iniziativa. Contiamo
anche per questo importante aspetto sul contributo di tutti gli amici
della nonviolenza.
Ci piace immaginare un cammino laico accessibile a tutti, un momento da
vivere insieme per piu' giorni, e un appuntamento finale, al quale possa

intervenire anche il "lupo" per un dialogo davvero aperto.
Abbiamo pensato ad un percorso che ci porti a quell'appuntamento: 10
parole, una al mese, che ci accompagnino da ottobre 2002 ad agosto 2003.

Ogni mese proporremo un tema di riflessione, illustrato da "Azione
nonviolenta" con articoli, citazioni di autori della nonviolenza,
indicazioni bibliografiche. Le "parole" si rifanno alla tradizione laica

e religiosa della nonviolenza in Francesco, Gandhi, Capitini e indicano
degli ideali diriferimento. (da Azione nonviolenta n.8-9, 2002)

Gli incontri si svolgono presso il Centro don Gualdi, in via del
Guazzotoio a Reggio Emilia, alle ore 20.30.







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