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Personal Computer: libertà di scelta (petizione)
9.06.2007

... parliamo di concorrenza.

Sottopongo alla vostra valutazione (ed, auspicabilmente, alla vostra adesione), una petizione online, proposta da un autorevole accademico di area informatica, il Prof. Renzo Davoli, dell'Università di Bologna.

La questione, che a prima vista potrebbe essere valutata come di poco conto e per pochi "iniziati" o eccentrici, riveste invece una primaria ragione di interesse politico, riguardo alle libertà civili e al diritto alla concorrenza nel settore delle nuove tecnologie.

Tra l'altro è molto importante che l'Ulivo se ne occupi, dato che il nostro programma di Governo, lo ricordo, menzionava, tra l'altro, oltre ai molteplici riferimenti ad una libera concorrenza nei settori della distribuzione commerciale:"Per rendere libero lo spazio informativo dobbiamo garantire la pluralità e la libertà, ma anche: [..] moltiplicazione delle possibilità di accesso dei cittadini; [..] promozione della produzione e diffusione di contenuti provenienti da soggetti indipendenti; [..] riconoscimento del valore sociale dell'accesso aperto a contenuti, strumenti e canali informativi [..]; valorizzazione e incentivazione delle licenze non commerciali, del software open source e degli standard aperti" ecc...

La petizione, dall'indubbio valore etico e programmatico, si propone di restituire all'utente consumatore, mercé una apposita norma di legge, la libertà di scegliere un personal computer, senza essere per ciò solo obbligato ad acquistare la licenza di un particolare sistema operativo e del software relativo, impedendo così la preinstallazione forzata di questo (quasi sempre del tipo prendere o lasciare), favorendo la potenziale concorrenza di altri prodotti e una più consapevole libertà di scelta: scelta che oggi viene di fatto negata a causa di particolari accordi commerciali tra un produttore già più volte riconosciuto colpevole di abuso di posizione dominante in sede USA e UE (Microsoft) ed i rivenditori.

La questione si pone p.es. per gli utenti che desiderano installare un sistema operativo libero (come GNU/Linux o altri), ma anche per quelli che sono già in possesso di una licenza Windows precedente e non vogliono spendere per un'altra licenza che non usano, e per quelli che reclamano il diritto, più che legittimo in teoria, ma finora disatteso, di rifiutare l'acquisto di un sistema operativo imposto, con relativa "tassa" mascherata (il costo della licenza nascosto nel costo del PC).

Per fare un paragone: è come se acquistando una certa marca e modello di automobile fossi costretto ad usare solo una certa marca di benzina e di olio, quando ovviamente quell'auto potrebbe tecnicamente essere alimentata benissimo con altri prodotti, diversi e magari migliori, più funzionali o più convenienti ...

Per chi fosse interessato l'illustrazione dettagliata della petizione è riportata qui:

http://www.nonsiamopirati.org/4bersani.html

La petizione è, invece, riportata qui:

http://www.petitiononline.com/liberasw/petition.html

P.S. ricordo che anche la norma sull'eliminazione dei costi di ricarica telefonica era originata da una petizione online, che, indipendentemente dal dubbio valore giuridico della stessa, aveva però un chiaro ed alto valore politico.

P.S.-bis: ci lamentiamo tanto della pervasività di Berlusconi sul fronte economico e mediatico, ma non è che altri siano da meno in altri campi (in questo caso si tratta di un distributore di software con una quota di mercato enormemente alta e con troppi margini di azione che gli permettono di calpestare i concorrenti, senza che qualcuno, antitrust inclusa, faccia qualcosa).


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