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A sostegno della Rosy Bindi di Massimo Cellai |
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12.10.2007
Cari amici,Vi invio, per la finestra "Idee per il PD", questa riflessione politica e le motivazioni della mia scelta. Nonostante l'incarico di Coordinatore nazionale della Rete dei Cittadini per L'Ulivo la mia scelta è personale e come tale deve essere firmata e pubblicata. Grazie e buon lavoro a voi tutti. Massimo Cellai Un partito che deve fare scelte decisive Domenica quattordici ottobre si apre la fase costituente del Partito Democratico attraverso una Primaria che riconosce la regola "una testa un voto" e la larga partecipazione dei cittadini come metodo che caratterizzerà la vita di questo Partito. Grazie alla scelta della Costituente del PD la crisi di trasformazione dell'intero sistema politico italiano è in una difficile fase di accelerazione. Il ritardo con il quale si è sviluppato il progetto dell'Ulivo, le inerzie e le resistenze dei partiti del centrosinistra, hanno certo inciso sull'obiettivo finale e sulla sua forza politica: ma la Costituente era la strada da percorrere e la Costituente siamo riusciti a conquistare.
Ma la Costituente ha alimentato anche grandi preoccupazioni nei gruppi dirigenti DS e Margherita. Preoccupazioni che li ha spinti a forzare quanto deciso nei propri Congressi ed ha sovrapporre alla Costituente l'elezione del segretario nazionale e dei segretari regionali, a stringere un accordo di vertice attorno ad un candidato unico, a chiudere entro quell'accordo le migliori personalità dei DS, ad imbrigliare i processi di libera contaminazione che la Costituente poteva attivare. Il quadro politico della Costituente cambia e si è rovesciato il messaggio rivolto ai cittadini dicendo che il quattordici si vota "anche" la Costituente oltre al segretario nazionale
Intanto, la mancata stagione di rinnovamento della politica italiana, indebolisce un paese alle prese con difficoltà strutturali nel quale i cittadini sentono la necessità di una politica autorevole, una politica dove finalmente le parole corrispondano ai fatti perché le rivolte contro la cattiva politica non diventino un attacco alla politica, alla complessità della democrazia, alle istituzioni spesso calpestate dai comportamenti del ceto politico e sempre meno autorevoli nel giudizio popolare.
Di fronte a queste incertezze del centrosinistra, nel mezzo di una transizione politica incapace di chiudere ogni sbocco al populismo e che alimenta delusione e sfiducia, cosa sarebbe rimasto della Costituente del PD se Rosy Bindi non si fosse candidata alla segreteria nazionale? Se non lo avesse fatto con la consapevolezza strategica di dover lanciare un progetto nazionale, diffuso e capillare nel territorio, per poter aprire le porte della Costituente ad una dibattito, ad una mobilitazione, ad una scelta politica rischiosa ma davvero democratica.
La posta in palio non è solo la segreteria nazionale del PD. Laicità , Costituzione, rapporto istituzioni - partito, responsabilità e solidarietà in una società che spesso cerca di dimenticare chi vive con difficoltà o nel disagio.
Rosy Bindi con la sua candidatura ha lanciato un appello alla laicità vera e coerente, quella laicità che sarà oggetto del contendere in Assemblea Nazionale e che deciderà della forza politica di questo progetto. Laicità come superamento delle gabbie ideologiche a cui riduciamo le identità culturali, laicità come abbandono delle strutture di appartenenza novecentesche per la costruzione di progetti politici che, partendo da domande vecchie e nuove, sono disponibili a tracciare nuove risposte. La laicità positiva del riconoscimento del limite di ogni soggetto culturale e della sua valorizzazione in un contesto politico plurale e aperto. Il Referendum costituzionale, che sapevamo decisivo e nel quale il ruolo dei movimenti e delle associazioni è stato fondamentale, ci ha restituito la Costituzione di tutti, la Costituzione su cui poggiano le istituzioni democratiche e che ha consentito al paese intero di crescere perché fiducioso nel proprio futuro. A questo proposito le ambiguità presenti nel PD preoccupano. Chi arriva a dividere la Costituzione in due parti da trattare in maniera difforme, disconosce il valore politico del referendum ed il mandato che ci ha consegnato. La Costituzione di tutti si deve tutelare dalle precarie e mutevoli maggioranze parlamentari e da una pericolosa tendenza a volerne sottovalutare il ruolo di fondamento della vita del Paese. La Costituzione è un progetto civile ed istituzionale unico e coerente, la si può emendare ma solo sulla base di una volontà e di una assunzione di responsabilità che accomuna il Paese. Rosy Bindi su tutto questo è sempre stata chiara e coerente.
Una politica in crisi, debole di fronte ai problemi del paese, debole di fronte alla urgente necessità di autoriforma, debole nella sua base associativa e con un ceto politico professionalizzato che tende ad occupare le istituzioni, ad utilizzarle come proprio finanziamento indiretto, spesso incapace della sintesi del governo e della priorità del "bene comune". Il Partito Democratico deve ricostruire un corretto rapporto tra politica ed istituzioni, deve ricostruire quel rispetto per le istituzioni che attraverso la partecipazione regolata e corretta le avvicina ai cittadini ed insieme ne difende l'autonomia e l'autorevolezza.
C'è un centrosinistra che, per dimenticare un classismo inadeguato, non sa dare la necessaria priorità programmatica alla povertà ed alla miseria diffuse in questo Paese, al disagio economico e sociale di una fascia di cittadini numerosa, alla dignità civile e politica dei lavoratori su cui si fonda tanta parte della ricchezza di questo paese. Solidarietà e responsabilità sociale chiedono scelte chiare e radicali senza sudditanza verso poteri forti e intoccabili. Scelte e valori che Rosy Bindi ha saputo fare quando ne ha avuto la responsabilità ed a cui oggi chiama tutto il Partito democratico.
I cittadini hanno deciso come contribuire alla Costituente giudicando anche quanto accadeva nel proprio territorio, i metodi e le scelte compiute, le persone che si sono messe in gioco. L'ho fatto anch'io. In Toscana il pre-accordo tra i gruppi dirigenti DS e Margherita è stato frettolosamente anticipato dando l'immagine di un PD fotocopia degli attuali assetti politici e di potere. In Toscana c'è bisogno di una trasformazione nel centrosinistra, prima che la "crisi del nord", con la sua drammatica incapacità di dialogo tra centrosinistra e ampie fasce sociali e produttive, scavalchi l'Appennino e colga alle spalle un ceto politico dominato da tentazioni immobiliste.
Ciò che sarà il Partito democratico è ancora tutto da decidere. Niente è scontato in questo passaggio politico decisivo per il Paese. Nel fare la mia scelta per costruire una Lista con Rosy Bindi ho sentito questa responsabilità e ho pensato che la risposta sta nel fare del Partito Democratico la realizzazione del progetto lungo e paziente dell'Ulivo, non la sua definitiva archiviazione. Lucca, 11 Ottobre 2007 Massimo Cellai
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