22.11.2003
Il rapporto del Fondo monetario internazionale
Italia rimandata in "strutturalismo"
Alla voce "riforme strutturali" (quelle che servono, in teoria, a ridurre il deficit statale e a portare la spesa pubblica e l'economia nazionale su un binario virtuoso che duri nel tempo) l'Italia ha fatto qualcosa ma non ha fatto abbastanza. L'opinione è della massima autorità in materia, il Fondo monetario internazionale, che oggi ha diffuso il Rapporto Articolo IV sul nostro paese (stilato dagli economisti dopo la visita in Italia dell'estate scorsa). L'Fmi approva le riforme avviate dalla metà degli anni '90 (liberalizzazione del mercato del lavoro, interventi sulle pensioni ecc.) ma sostiene che l'Italia è ancora indietro per quanto riguarda la competitività del Mezzogiorno e la riduzione della spesa pubblica.
Nonostante il processo di riforme iniziato alla meta' degli anni '90, l'Italia deve ancora ''fare molto'' su questa strada, poiche' ''i problemi principali del Paese sono di natura strutturale''. Lo ha affermato il Capo Missione per l'Italia al Fmi, Carlo Cottarelli, nel corso di una conferenza stampa sul Rapporto. ''I problemi principali dell'Italia - ha spiegato - sono di natura strutturale. Negli ultimi dieci anni la crescita media pro capite tra i paesi piu' industrializzati e' stata pari all'1,3% per quanto concerne l'Italia e all'1,7% per quanto riguarda i Paesi del G7''. Malgrado ''dalla meta' degli anni '90 sia stato avviato un processo di riforme - ha aggiunto - come la liberalizzazione del mercato del lavoro e dei prodotti, occorre fare ancora molto: ridurre la spesa pubblica e la tassazione, mettere mano al Mezzogiorno, aumentare la concorrenza in diversi settori e la produzione media, quest'anno fissata allo 0,4% e il prossimo anno all'1,7%''. L'economista italiano presso il Fondo Monetario Internazionale ha poi definito estremamente importanti la riduzione della spesa pubblica e della tassazione pubblica benche' ''la Finanziaria non sembri procedere in questa direzione'' e considerato ''un passo positivo la riforma del sistema pensionistico'' a patto che la sua ''efficacia non vada diluita in sedi di approvazione parlamentare''.
Nel Rapporto, in effetti, i tagli al sistema previdenziale che il governo Berlusconi intende varare sono definiti ''un passo significativo verso l'affidabilita' di bilancio e di un maggior utilizzo delle risorse lavorative''. ''In questa fase e' quindi critico resistere alle pressioni politiche - si legge nel Rapporto - a diluire la riforma nel processo di approvazione parlamentare''.
Per quanto riguarda un noto punto dolente del sistema Italia, l'economia sommersa, la ricetta del Fmi per l'emersione del lavoro nero è quella di ricorrere ad una maggiore differenziazione salariale. Secondo il Fmi, in sostanza, ''il governo e le parti sociali devono lavorare insieme per garantire che i salari rispondano piu' adeguatamente le differenze di produttivita' tra le regioni e i gruppi di lavoratori''. E, fatto molto importante, questo ''garantirebbe l'apertura dell'occupazione e quindi la protezione sociale ad alcuni che sono attualmente impiegati nell'economia sommersa''.
Il Fondo invece è critico verso le politiche economiche fatte di una tantum e condoni fiscali, che "riducono probabilmente l'attitudine a pagare le tasse soprattutto vista la regolarità con cui sono stati adottati negli ultimi 30 anni''.
Per quanto riguarda il deficit pubblico italiano, infine, gli economisti del Fondo temono che potrebbe rimanere inchiodato, anche nel 2004, al 2,7%. ''L'obiettivo del governo italiano - ha spiegato Cottarelli - e' di ridurre il deficit dal 2,5% del 2003 al 2,2% nel 2004, tuttavia esistono dei rischi che, se si materializzano tutti, potrebbero far raggiungere al deficit la quota del 2,7%''.
fonte: www.rassegna.it
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