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Statuto PD: due documenti da Cremona e da Bologna
29.10.2007
25 Ottobre, 2007
Spunti per una discussione politica
Documento dell’Assemblea degli aderenti al Comitato “Cremona per l’Ulivo” e all’Associazione per il Partito democratico di Cremona

L’Assemblea degli aderenti al Comitato “Cremona per l’Ulivo” e all’Associazione per il Partito Democratico di Cremona ha discusso, integrato ed infine approvato il documento allegato, sulla scorta di una relazione introduttiva proposta dall’amico Deo Fogliazza.

La forma volutamente schematica concentra l’attenzione sulla problematica attinente i temi del partito, del suo insediamento e delle modalità del suo funzionamento.

***

Spunti per una discussione politica
Documento dell’Assemblea degli aderenti al Comitato “Cremona per l’Ulivo” e all’Associazione per il Partito democratico di Cremona

L’Italia ha bisogno di essere governata. Il Paese ha bisogno di certezze. Gli italiani meritano di avere un Governo che sia in grado di governare, all’interno di istituzioni efficaci ed efficienti. In un clima ed all’interno di regole che prevedano, per la maggioranza, l’agibilità politica atta a permettergli di esprimere al massimo la propria azione di Governo e, per l’opposizione, la massima possibilità di svolgere fino in fondo una vasta azione di controllo, di proposta e di protesta.

Il contesto istituzionale.

1) Occorre ribaltare in maniera netta e chiaramente percepibile il rapporto tra eletti ed elettori. A questo fine occorre riportare l'elezione dei parlamentari in Collegi ristretti, nei quali l'eletto abbia un rapporto ravvicinato con i suoi elettori, che consenta all'eletto di informare delle propria attività i propri elettori e, nel contempo, consenta agli elettori un'azione di verifica attraverso la quale sia possibile chieder conto al proprio eletto delle sue attività.

2) E' coerente con questo obiettivo un sistema maggioritario a doppio turno, con collegi uninominali o anche una legge elettorale di tipo proporzionale (come quella spagnola) con collegi piccoli e con liste pur bloccate ma brevi.

3) In ogni caso i candidati devono sempre essere scelti attraverso il ricorso ad elezioni primarie di collegio e deve essere formalizzato il fatto che alle elezioni primarie possono votare tutti gli elettori del Collegio, così come tutti gli elettori del Collegio hanno la possibilità di candidarsi alle primarie medesime.

4) Lo Statuto deve stabilire in maniera esplicita che il Partito Democratico selezionerà le proprie candidature a tutte le cariche istituzionali (Parlamento europeo e nazionale, Presidenza e consiglio regionale, Sindaco e consigliere Comunale, Presidente e Consigliere provinciale ecc) sempre attraverso l'utilizzo delle elezioni primarie.

5) Dovrà essere definito un regolamento attuativo dei vari tipi di Primaria, che sia incardinato con nettezza al principio invalicabile che prevede la parità di condizioni, di agibilità politica e di accesso alla comunicazione da parte dei diversi contendenti.

La governabilità

1) Gli elettori devono aver chiaro per quale maggioranza di governo votano, perché agli elettori spetta di scegliere a quale coalizione affidare la responsabilità del Governo del Paese. Le alleanze vanno dunque dichiarate prima del voto e non possono essere modificate, pena lo scioglimento delle Camere ed il ricorso ad elezioni anticipate.

2) Un parlamentare deve far parte del Gruppo parlamentare per il quale é stato eletto e, se ne ravvede la necessità, può passare dal Gruppo parlamentare originario al Gruppo misto. Tranne nel caso del Gruppo Misto, non deve essere ammessa la formazione di Gruppi parlamentari composti da un numero inferiore ai 20 parlamentari.

La forma Partito

Il partito al quale vogliamo dare vita intende partecipare alle elezioni per candidarsi a governare: dal piccolo comune fino al Governo nazionale. Sarà un partito che, attraverso la propria attività, tende a selezionare la classe dirigente diffusa del Paese. Un partito che, in quanto tale, avrà una propria struttura, una propria vita democratica interna, valori condivisi, progetto politico, programmi politico-amministrativi, una complessiva lettura di come vanno le cose del mondo.

Un partito che - pur non disdegnando l’uso della tecnica dei sondaggi per conoscere meglio la situazione del Paese - saprà dotarsi di nuovi strumenti di analisi e nuove categorie di pensiero e di conoscenza, per individuare efficacemente i bisogni e le tendenze della società, le dinamiche della sua rappresentanza. Un partito che, radicandosi nel territorio ed perseguendo il metodo del confronto positivo con le diverse categorie sociali ed economiche, si pone nelle condizioni di affrontare i nodi e le strategie più coerenti per la loro soluzione.

Un partito Accogliente:

Un partito per aderire al quale il cittadino debba operare un’azione volontaria: quella di iscriversi.e di poter partecipare. Un partito accogliente apre le proprie porte al massimo della possibilità, fissa una cifra minima di adesione anche simbolica, agevola l’ingresso di tutti quei cittadini interessati anche ad un’adesione limitata sia temporalmente che tematicamente.

Un Partito nel quale tutte le cariche interne vengono decise con voto segreto di tutti gli iscritti. Un partito che si dota di regole di vita interne largamente democratiche ed improntate alla massima apertura, che riconosce cittadinanza ed agibilità politica a sensibilità politico-culturali diverse e che – nel contempo - inserisce nel proprio Statuto modalità tali che evitino la formazione di correnti di potere, incrostazioni burocratiche, cordate di potentati

Un partito Partecipato

Un partito partecipato non da tessere o da numeri, ma da persone (massima trasparenza interna dell’albo degli iscritti) . Di volta in volta nel Partito democratico – a tutti i livelli – decide chi c’è, opera, si impegna, lavora. Un partito che riserva, dunque, agli iscritti le decisioni di fondo (elezione degli organismi, scelta su diverse opzioni politico-programmatiche ecc), in occasione dei Congressi che dovranno prevedere la possibilità di iscrizione larga ed aperta. Un partito, in buona sostanza, che vuole corrispondere pienamente allo spirito ed alla lettera dell’art. 49 della Costituzione Italiana.

Un partito Interattivo

Un partito che vive il proprio tempo e che assume modalità di decisione non soltanto valutando ovviamente il merito delle questioni, ma ponendo la massima attenzione anche ai tempi del dibattito e della decisione. Per questo le modalità tradizionali di vita interna saranno affiancate fortemente dall’utilizzo delle nuove tecnologie: mail, MMS, SMS, Blog ecc. Su opzioni precise, su tematiche locali o nazionali, sarà utilizzato lo strumento del referendum decisionale svolto anche per via telematica. A questo fine ogni iscritto sarà dotato di password unica e personale volta a facilitarne l’utilizzo.

Un partito che sa decidere

Nel quale la fase del dibattito e del confronto deve essere aperta e condivisa e la fase delle decisioni sia limpida, trasparente ed altrettanto condivisa. Ma che poi – una volta presa la decisione - sa praticarla, in un clima che prevede, da parte delle minoranze, il rispetto delle decisioni assunte.

Un partito Federale

L’esistenza di Assemblee Costituenti regionali sostiene la necessità di una struttura federale del PD. Ogni regione potrà assumere regole organizzative anche molto diverse l’una dall’altra. Momento unificante nazionale sarà il rispetto dello Statuto nazionale, del Decalogo Etico che indicherà regole di comportamento trasparenti e del Manifesto politico e valoriale.

Un partito Trasparente

Un partito che rende pubblicamente conto delle proprie posizioni, delle proprie azioni, delle proprie proprietà con modalità assolutamente trasparenti ed in tempo reale, anche attraverso un uso adeguato del web. Dal punto di vista finanziario e della gestione economica la trasparenza dovrà essere assoluta, attraverso la tenuta dei propri conti a disposizione di tutti e la pubblicazione on line.

Un partito Contendibile

Nel quale gli aspetti che riguardano l’“ambizione personale” non siano ipocritamente vissuti come un peccato del quale dolersi. Ma che, al contrario, rendendoli palesi e riconoscendo loro cittadinanza, stimola i propri aderenti a mettersi in gioco – con le proprie idee, con la propria storia, il proprio volto, la propria intelligenza – al fine di rendere aperto il confronto, far divenire prassi quotidiana la battaglia delle idee e la volontà di metterle in pratica.

Ci muove la convinzione che, anche nel confronto politico e delle idee, la libera concorrenza – governata ed organizzata con intelligenza, trasparenza e raziocinio – non può che fare del bene al Partito democratico e, di conseguenza, all’intero Paese.

Un partito dei Diritti e dei Doveri

Un partito che – sia nella vita interna che nell’azione esterna – sia organizzazione politica che si batte per il rispetto dei diritti di ciascuno, in un’azione che pretende, da parte di tutti, il rispetto dei propri doveri, a partire dalla indiscussa integrità penale dei propri candidati e rappresentanti.

Un partito dei Preventivi e dei Consuntivi

Un partito che volta pagina rispetto alla prassi del mero “Preventivo”: alla fase nella quale si determinano programmi, progetti, ipotesi di lavoro, assunzione di impegni deve sempre corrispondere uguale azione volta alla verifica di quanto progettato, al rendiconto delle azioni realizzate ed a quelle non realizzate.

In un sano e positivo equilibrio tra “fase preventiva” e “fase consuntiva” risiede la concreta possibilità di assumere decisioni corrette , positive , credibili e vincolanti per tutti gli aderenti, sia in ordine alla scelta delle linee di azione sia in relazione alla scelta degli uomini e delle donne incaricati di metterle in pratica.

Per concludere

Nella fase attuale è attorno a questi temi che attendiamo decisioni chiare da parte delle Assemblee Costituenti nazionale e regionali.

L’elezione dei Segretari provinciali del PD non può che avvenire – in questa fase costituente ed entro il prossimo mese di dicembre – che attraverso modalità uguali a quelle con le quali abbiamo eletto in ottobre il segretario nazionale e quelli regionali. In subordine, e nel caso la situazione lo richiedesse, è ipotizzabile che detta elezione venga effettuata dai componenti eletti delle Assemblee Costituenti. In questo caso verrebbe ad aprirsi con ciò una fase temporanea e transitoria che conduca al Congresso nella prossima primavera, chiamato ad eleggere in forma aperta e democratica gli organismi dirigenti provinciali del partito.

Il lavoro delle Assemblee costituenti non potrà che rispettare tempi adeguati, comunque non biblici.

Incalza, infatti, una situazione politica a dir poco fluida e portatrice di opzioni anche molto diverse tra loro in cui il P.D. dovrà mostrarsi - nelle sue regole, nei processi decisionali, nella formazione dei quadri e nell’apertura alla partecipazione dei cittadini – come la principale novità distintiva offerta agli elettori.

Occorre dunque mettere in campo il massimo sforzo affinché venga al più presto data vita alla fase congressuale (la prima fase congressuale) del nuovo PD. Fase alla quale sia demandata la decisiva funzione della scelta delle opzioni politiche e programmatiche e della selezione dei gruppi dirigenti locali, regionali e nazionali.

Documento dell’Assemblea degli aderenti al Comitato “Cremona per l’Ulivo” e all’Associazione per il Partito democratico di Cremona

Cremona, 24 ottobre 2007

*****

Rete “Articolo 49”
www.retearticolo49pd.blogspot.com
Proposte per lo Statuto del Partito Democratico

1)Partecipazione e tutela delle minoranze
Garantire una diffusa ed incisiva partecipazione degli iscritti e dei simpatizzanti, ai quali verranno garantiti concreti poteri di decisione, controllo e deliberazione.

2)Equa rappresentanza di genere
Un sistema di attribuzione degli incarichi e delle candidature in virtù del quale nessuno dei due sessi sia rappresentato in misura superiore al 50% delle cariche totali disponibili.

3)Struttura federale
In base al principio di sussidiarietà, il partito garantirà, all’interno di un comune quadro nazionale (normativo e valoriale), una completa autonomia alle diverse articolazioni territoriali.

4)Cariche di partito, iscritti ed elettori
Pari opportunità e metodo dell’elezione diretta da parte dei singoli iscritti o simpatizzanti - con voto personale e segreto - per le cariche dirigenziali del PD, ad ogni livello.

5)Incompatibilità fra incarichi
Divieto assoluto del cumulo di incarichi: a prescindere dal livello nessun/a democratico/a potrà ricoprire più di due ruoli. Va prevista l’incompatibilità tra incarichi dirigenziali all’interno del partito e incarichi esecutivi nelle istituzioni (obbligo di dimissioni se eletti, salvo per i mandati in essere che potranno essere adempiuti fino alla naturale scadenza).

6)Criteri di esclusione e controllo delle candidature
Possibilità per gli iscritti di valutare l’adeguatezza (profilo etico, professionale e politico) dei candidati e degli eletti. Questi ultimi sono obbligati a rendere conto periodicamente del proprio operato in pubbliche assemblee territoriali.

7)Conflitti di interesse e trasparenza dei finanziamenti
Misure cautelative e limitazioni inderogabili per evitare commistioni tra dirigenti/rappresentanti del partito e chi - in forma diretta o indiretta - amministra e/o controlla finanziatori privati o società/enti gestiti da istituzioni di nomina pubblica. L’obbligo di rendere pubblica la propria posizione reddituale-patrimoniale per chi ricopre ruoli di una certa responsabilità.

Obbligo di pubblicità ed informazione su ogni voce di entrata e di uscita della fondazione (o di altro ente) che gestirà il patrimonio del partito.

8)Primarie a tutti i livelli
Ricorso alle primarie quale metodo di selezione delle candidature a tutti i livelli della rappresentanza; l’attivazione dello strumento delle primarie deve essere possibile al termine di ogni singolo mandato.

9)Limiti alla reiterazione dei mandati
Limiti inderogabili alla reiterazione dei mandati nella medesima carica; non saranno comunque possibili più di 2 mandati consecutivi per qualunque carica (elettiva o di partito).

10) Collegio di garanzia
Il PD si atterrà, nello svolgimento delle sue funzioni interne, ai principi di trasparenza e responsabilità, rigorosamente garantiti da un Collegio di Garanti i cui componenti devono essere eletti (a rotazione) in base ai criteri di cui al punto 4.

Bologna, 15 agosto 2007

Rete “Articolo 49”: per una AREA CIVICA delle democratiche e dei democratici italiani

I sottoscritti, in quanto cittadine e cittadini attivamente partecipi al processo costituente del Partito Democratico, ritengono indispensabile riportare l’attenzione sul tema della riforma dei partiti e, più in generale, della politica, di cui il PD dovrebbe essere promotore ed attore.

La Costituzione italiana è il principale punto di riferimento della nostra azione politica. Le proposte per lo Statuto da noi formulate si ispirano infatti alla formulazione dell’articolo 49 della Costituzione ideata dalla Commissione Bozzi (1983-84): “Tutti i cittadini hanno diritto ad associarsi liberamente in partiti per concorrere con strutture e metodi democratici, a determinare la politica nazionale. La legge disciplina il finanziamento dei partiti, con riguardo alle loro organizzazioni centrali e periferiche e prevede le procedure atte ad assicurare la trasparenza ed il pubblico controllo del loro stato patrimoniale e delle loro fonti di finanziamento. La legge detta altresì disposizioni dirette a garantire la partecipazione degli iscritti a tutte le fasi di formazione della volontà politica dei partiti, compresa la designazione dei candidati alle elezioni, il rispetto delle norme statutarie, la tutela delle minoranze”

Non si tratta solo di assicurare la democraticità del PD; è altrettanto essenziale affermare, tra i principi caratterizzanti la struttura del nuovo partito, quello di “servizio per la politica”: i partiti come strumenti non solo della, ma soprattutto per la democrazia.

In coerenza con questo principio, pensiamo che il PD dovrà impegnarsi a ricorrere sempre ad un meccanismo democratico e partecipato di selezione delle candidature, a prescindere dalla legge elettorale.

Vorremmo che, superando le polemiche di questi mesi, il dibattito – prima e dopo il 14 ottobre – si concentrasse sul vero oggetto dell’Assemblea costituente: lo Statuto e il Manifesto. Questi saranno infatti gli elementi di valutazione della reale portata innovativa del progetto politico.

A tal fine abbiamo realizzato un blog, quale strumento utile per discutere e raccogliere contributi:
www.retearticolo49pd.blogspot.com

Noi stessi abbiamo da tempo iniziato a ragionare su questi temi qualificanti per lo Statuto del nascente partito. Il decalogo che vi proponiamo contiene i punti a nostro giudizio essenziali per uno Statuto effettivamente “democratico”.

Nel blog troverete dieci aree di discussione, nelle quali ognuno potrà inserire commenti e proporre una declinazione più completa e dettagliata di ogni singolo punto.

A partire da questi dieci punti vorremmo, da Bologna, rivolgerci trasversalmente a tutti i soggetti che partecipano attivamente alla costituzione del PD, in particolare a tutti i candidati nelle liste che concorrono all’elezione delle assemblee costituenti (nazionale e regionali).

Chi sottoscrive questo decalogo si impegna, qualora eletto nelle Assemblee costituenti, a sostenerne attivamente i contenuti.

Proponenti:

Luca Foresti, Roberto Giorgi Ronchi, Lilia Infelise, Riccardo Lenzi, Claudio Nunziata, Paolo Orioli, Valerio Serra, Marco Valbruzzi.


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