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Aprire il Paese ad una speranza politica più alta
11.12.2007
Agire Politicamente
Coordinamento di cattolici democratici

Aprire il Paese ad una speranza politica più alta

1. L’associazione Agire politicamente guarda con preoccupata attenzione all’evoluzione del sistema sociale, attraversato da un crescente disagio, e alla trasformazione del quadro politico nazionale, segnato da lunghi ritardi ma anche da accelerate novità.

2. In particolare, esprime preoccupazione per la disinvolta improvvisazione populista che ha caratterizzato la nascita del nuovo partito berlusconiano e per il consenso raccolto in alcuni strati della popolazione e in parte del mondo cattolico, poiché considera tale iniziativa una minaccia alle regole della democrazia dei partiti e dello stesso Paese.

3. L’associazione esprime preoccupazione anche per le modalità verticistiche che stanno accompagnando la fase iniziale di costituzione del Partito Democratico, che tuttavia considera fattore di innovazione e di vero cambiamento del sistema partitico, nonché occasione di crescita della democrazia e opportunità per i cattolici democratici.

4. In questa fase iniziale, che impegna il PD a dotarsi degli organi di direzione politica, non può essere trascurata l’urgenza di elaborare un progetto politicamente credibile, capace di aprire il Paese ad una speranza più alta, nella ferma determinazione di superare logiche ed interessi particolari per conseguire l’interesse generale, che la tradizione cattolica e la dottrina sociale, riproposta dalla recente Settimana sociale, denomina “bene comune”.

5. In questo progetto, deve risultare centrale la riforma del sistema democratico, per consolidarlo e adeguarlo alle esigenze di crescita e di modernizzazione del Paese. Intanto, Agire politicamente chiede al PD di sollecitare il Governo ad attuare alcune riforme finora disattese, quali la legge sul conflitto d’interessi e una legge elettorale integrativa e non sostitutiva del sistema bipolare.

6. Un’attenzione particolare va riservata alla “questione religiosa”, cioè a tutte le problematiche relative al rapporto tra religioni e politica, Stato e Chiese, nel contesto di una società pluralizzata e secondo lo statuto di laicità che regola tali rapporti. Alla definizione di un “ethos democratico” è legata la “questione antropologica”, nonché la tavola dei cosiddetti “principi non negoziabili”, di cui il partito dovrà occuparsi, istituendo un tavolo permanente di riflessione.

7. Un contributo a questa elaborazione deve venire dall’associazionismo politico, che ha aderito o contribuito alla nascita del partito e la cui presenza è risultata finora marginale nelle liste delle primarie, negli organi già costituiti e nella consultazione su questioni cruciali per la vita democratica.

8. Pertanto, riteniamo necessaria la costituzione di una “consulta delle associazioni”, impegnata a sviluppare un percorso interno al partito ma dotata di sufficiente autonomia propositiva e organizzativa e chiediamo che sia istituzionalizzata nello Statuto. L’istituzione di tale consulta favorirebbe la saldatura tra “società politica” e “società civile” e correggerebbe l’opinione, piuttosto diffusa, che il partito abbia trascurato finora le risorse umane e culturali dell’associazionismo politico democratico. Sarebbe anche la risposta più opportuna al diffuso disagio che l’antipolitica esprime.

Consiglio nazionale, Bologna, 23 e 24 novembre 2007, presso l’Eremo di Ronzano

Via Ulpiano, 29 – 00193 Roma – Tel./Fax 0668802238; e-mail: prenna@unipg.it
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