RICERCA FIOM: PIÙ POVERI OPERAI BRESCIANI Rispetto a dieci anni fa, gli operai bresciani sono più poveri. Secondo quanto emerge da una ricerca curata dalla Fiom di Brescia e presentata oggi nel corso di un convegno a Castelmella, nel rapporto tra retribuzione netta e paga lorda media annua, si è passati dal 72,49% del 1993 al 70,13% del 2002. Dall'analisi del sindacato, deriva che 'quello che possono spendere i lavoratori è diminuito di 2,36 punti percentuali'. Il secondo dato giudicato interessante, in materia di salari riguarda il peso del fisco. Nel 1993 il rapporto tra imponibile lordo e Irpef lorda era del 21,37% mentre nel 2002 questo rapporto sale al 23,93%. Il terzo dato riguarda il peso della contrattazione collettiva integrativa aziendale che nelle aziende sindacalizzate del campione analizzato è aumentato del 204,85%, e ha assunto nella composizione del salario un peso che passa dal 20,75% del 1993 al 31,77% del 2002. Vengono poi giudicate 'un palliativo' le detrazioni fiscali, che rappresentavano 'l'1% nel 1993 e il 2% nel 2002', al punto che, secondo la Fiom, 'non rappresentano per nulla un reale aiuto alle famiglie'. Gli avviamenti al lavoro con le formule 'atipiche' rappresentano oggi la maggioranza assoluta delle assunzioni. Nel 2001 si sono verificate 86.891 assunzioni di questo tipo, pari al 62,7% degli avviati al lavoro, mentre nel 2002 la percentuale é passata al 63,9%. Mentre le assunzioni a tempo indeterminato "stanno diventando una vera e propria rarità ". Durante il 2000 su 138.525 avviamenti al lavoro, gli assunti a tempo indeterminato sono stati 51.634. Fortissima viene giudicata la disparità tra i due sessi: tra le donne, solo 21,4% ha avuto un lavoro a tempo indeterminato, mentre tra i maschi la percentuale sale al 46%.