|

|
|
Welfare Italia |
Foto Gallery |
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia |

|
|
|
 |
 |
 |
 |
Sindaci, terzo mandato |
 |
15.02.2004
Sindaci, terzo mandato. Anci e Uncem: non si ricatti il Parlamento
Le Comunità montane (Uncem) e l'associazione dei piccoli comuni aderenti all'Anci sono favorevoli ad abolire il limite dei due mandati per i sindaci dei piccoli comuni ma considerano una «provocazione» quella dei sindaci dell'Anpci di presentarsi ugualmente alla prossime amministrative pur avendo due mandati alle spalle. Uncem e Anci, in una nota congiunta, hanno ribadito il loro sostegno alla battaglia dei piccoli comuni purchè essa sia condotta «nel pieno rispetto delle regole e delle istituzioni». Le due associazioni hanno annunciato una netta presa di distanza «dalle sfide al Parlamento, che resta l'istituzione fondamentale le cui scelte, ancorchè non condivise, devono essere sempre rispettate da chi è investito di responsabilità politiche e di mandato elettorale nel quadro delle istituzioni della Repubblica». «Sono sindaco e ho giurato fedeltà alla Costituzione e alle sue leggi - ha spiegato Enrico Borghi, presidente dell'Uncem - pertanto se permarrà l'attuale condizione legislativa di ineleggibilità dei sindaci dopo il terzo mandato, non mi ricandiderò. Chiedo a tutti i colleghi che si trovano nelle mie condizioni di non attivare inutili e sterili provocazioni che avrebbero come unico risultato lo svilimento di una battaglia che è funzionale alla pari dignità dei nostri cittadini e non già alla preservazione di un ceto politico. Chi fa il sindaco - ha concluso Borghi - ha il dovere di rispettare le regole ancor prima di tutti gli altri». Alle valutazioni del Presidente Borghi si è associato il presidente della Consulta dei Piccoli Comuni dell'Anci Giuseppe Torchio. Dopo aver sottolineato i tempi stretti nei quali il Parlamento deve decidere, Torchio ha detto di condividere la necessità di eliminare il limite dei mandati nei comuni, però fino a 5.000 e non 1.000 abitanti per un criterio di omogeneità con quanto previsto dalle Regioni Autonome Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino. Torchio ha detto di leggere nella provocazione di Franca Biglio, presidente dei sindaci dei piccoli comuni, «uno stimolo alle forze politiche a decidere, più che un esercizio da prendere alla lettera. Pertanto, se il Parlamento deciderà lecitamente e positivamente, anche la provocazione sarà destinata a cadere»..
|
|
|
 |
|