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Per il futuro…… (di Angelo Marchesini, Bologna)
26.05.2008
Cominciamo, nella nostra discussione, con la decisione di rispettare pienamente l’esito del voto.

Cosa insegna il voto? Appare chiaro che è dirimente, assai più dell’incidenza delle scelte, da sinistra, verso il voto utile, l’intenzione dei cittadini di dare una indicazione precisa, che non può essere travisata a nostro piacimento.

a livello bolognese l’ottima tenuta del PD ha premiato una ricerca di modernità e anche e forse soprattutto di rappresentanza di un modo particolare, nostro, di essere territorio.

Non sembri eresia dire che questa scelta non è poi così distante, nelle motivazioni territorialiste, da quella di chi in altre realtà si è orientato sulla Lega.

C’è un cambiamento molto radicale rispetto alla tradizionale divisione destra/ sinistra, che soprattutto qui a Bologna, ma anche in altre città, è maturata anche attraverso il pragmatico comportamento dei sindaci, degli amministratori e di chi ha diretto il PD, che qui ha avuto il suo nascere ed è stato più evidente.

Liberali e liberisti, come pubblicisti e statalisti, nelle diverse tonalità, stanno ormai in tutti gli schieramenti. Certamente l’elemento "tradizione" o considerazioni di valore esclusivamente storico affascinano, ma non sono l’elemento determinante soprattutto per i nuovi elettori e, a volte, addirittura, infastidiscono quando l’elemento retorico diventa eccessivamente enfatico e poco attaccato a credibilità personali peculiari.

Accade invece che in 2 regioni italiane significative come in Emilia-Romagna e in Toscana si assista ad un voto che valorizza la capacità del partito di stare nella società, di rispondere alle sue esigenze e di guidare processi di innovazione significativi, anche nel contesto internazionale.

E insieme accade che non riesca il tentativo di esportare in tutta Italia un modello che qui vince, soprattutto però perché qui è sentito parte di una identità di territorio più che di schieramento.

Altrove si preferisce o un modello rappresentato da "Forza Italia", un partito che trova gli elementi valoriali attraverso il sondaggio e la media aritmetica, oppure, in maniera più forte nella Lega che afferma la rappresentanza del proprio pezzo di curva, nel proprio stadio, e proprio per questo viene premiata. In sostanza la nostra proposta, è considerata debole come modello alternativo al centrodestra, dal punto di vista ideale e morale, mentre si afferma invece laddove, come da noi, può incarnare una capacità di identità, una vicinanza specialissima ai cittadini.

Allora il contributo nazionale dell’Emilia non può essere quello di proporsi a modello generale ma di insistere con coraggio, pari a nessun altro, sul federalismo.

Anche per il PD privilegerei nettamente un tipo di organizzazione federativa, vessillo del federalismo da realizzare nelle Istituzioni.

Rivendicare ad esempio per tutte le Regioni italiane un modello di autonomia simile a quello che ora eccezionalmente si pratica nelle sole 5 Regioni a Statuto speciale e, nel contempo, dare centralità al ruolo dei grandi comuni italiani, a partire da Bologna, attraverso la realizzazione pratica della Città Metropolitana.

Qui a Bologna, in questi primi anni di amministrazione Cofferati si è, a mio avviso, inteso fare questo. Dare rappresentanza e una politica moderna al territorio ed alle sue esigenze e non a quelle di un sistema politico stantio e in decadenza e a un sistema economico troppe volte fermo. Per questo motivo il consenso che sentiamo fra i cittadini "normali" è molto più forte che nei "palazzi", per dir così. E sempre per questo motivo non tutti i pezzi del potere (parte nel mondo dell’impresa o dell’associazionismo tradizionale) lo hanno voluto comprendere: portava infatti ad interrogare anche se medesimi. Al contrario la gente, anche quella di quartieri difficili in termini di voto, ha capito che questa amministrazione, ambisce a innovare il modello, non abbandona, investe una rappresentanza che è sentita innanzitutto parte di un identità complessiva del territorio.

A Bologna c’è stato , a me pare, un voto con caratteri legati anche al tema amministrativo, non solo un voto politico. Il tema della sicurezza è stato proposto alla città e ai suoi cittadini, non solo subito, quello delle alleanze politiche si è affrontato in modo nuovo a partire dalla coerenza al progetto programmatico di governo della città, nel rispetto primo degli amministrati.

Qui, il Partito Democratico proprio per la capacità di stare ancora una volta con la gente, ha avuto un risultato positivo, straordinario nel contesto nazionale, mentre gli elementi di cosiddetta antipolitica sono stati ridimensionati. La Lega c’è, ma non è passata oltre percentuali ancora limitate, e l’astensionismo, nella città più grande della regione, è stato più contenuto.

Eppure proprio qui era venuto Grillo. Non lo dimentichiamo. Coloro che predicano distacco dalla politica, evidentemente hanno ricevuto tanta curiosità ma non hanno avuto vero consenso. E dunque, con coerenza e, lavorando su tutto quello che c'è ancora da fare per concludere al meglio questo primo mandato, intendo rivendicare il valore di questa esperienza, ci saranno ancora momenti di discussione, ma l’augurio è quello di presentarci al voto del prossimo anno con chi l’ha condotta!

22 maggio 2008
Angelo Marchesini

Intervento in assemblea PD a Bologna


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