1.09.2008
La Rivista Politica e Sociale
■ Nata nel 2004, RPS è diventata un qualificato strumento di approfondimento scientifico e di lavoro nelle sedi decisionali
■ Affronta i temi più rilevanti del welfare con l’obiettivo di contribuire ad agganciare teoria e ricerca scientifica alla pratica sindacale e alle scelte di policy
■ Dedica un’attenzione particolare all’analisi dei principali assetti del welfare, privilegiando un’ottica comparata e il confronto con il dibattito europeo e internazionale
N. 2 – 2008
IL MERITO: TALENTO, IMPEGNO, CASO
Le ombre dell’Italia
Il merito è diventato, di fatto, il valore più invocato nel dibattito pubblico italiano – a prescindere dalle appartenenze politiche e di classe e dalle più complessive posizioni culturali – sebbene frequentemente smentito sul piano pratico proprio da quegli attori che, al contrario, se ne dovrebbero fare promotori. La violazione del principio di merito avviene innanzitutto sul piano sostanziale: come spiega Elena Granaglia nell’introduzione, chi ha la sfortuna di nascere e crescere in contesti svantaggiati non è posto nelle condizioni di sviluppare i propri meriti alla pari di chi la fortuna pone in contesti più avvantaggiati. La meritocrazia, al contrario, dovrebbe consentire il superamento di quella che Jefferson definiva «aristocrazia artificiale fondata sulla ricchezza e sulla nascita», a favore di una nuova aristocrazia «naturale di merito e di genio da cercarsi in ogni condizione sociale».
Il nuovo numero di «Rps» si confronta con questi temi con due principali obiettivi: da un lato, approfondire la conoscenza della dimensione empirica della violazione del merito nel nostro paese e, dall’altro, esplorare alcune criticità /ambiguità inerenti al principio di merito. A tali obiettivi corrispondono le due parti in cui il fascicolo è strutturato. La prima parte – che si apre con un’analisi comparata di Miles Corak sulla preoccupante posizione dell’Italia in termini di elasticità intergenerazionale dei redditi – è interamente focalizzata sul contesto italiano e sui molteplici ostacoli che impediscono un’affermazione reale del principio di merito.
La seconda parte del numero, invece, è incentrata sulla disamina delle ambiguità che caratterizzano il principio stesso di merito. Il saggio di apertura di Elena Granaglia sottolinea la differenza profonda che intercorre tra il riconoscere il merito all’interno di una teoria della giustizia e, al contrario, riconoscerlo nella prospettiva meritocratica, secondo cui tutto ciò che conta sarebbe l’eguaglianza di opportunità rispetto ai meriti. Da questo punto di vista, risulta di fondamentale importanza tenere conto di una molteplicità di ingredienti per fornire una corretta definizione di merito, ben oltre la disponibilità di abilità naturali e lo sforzo sottolineati dalla prospettiva meritocratica.
Nella sezione Parola chiave, Giorgio Bignami ricostruisce i principali tentativi storicamente effettuati dagli scienziati naturali, ma non solo, di misurare le differenze di abilità e, in particolare, l’intelligenza. Chiude il numero, nella sezione Recensioni, un contributo di Federico Tomassi su un recente rapporto sull’eguaglianza, The Final Report of the Equalities Review (2007), commissionato da Blair, al termine del suo mandato, ad un gruppo di ricercatori con lo scopo di delineare le frontiere dell’uguaglianza o, meglio, delle uguaglianze da perseguire nel prossimo futuro in Gran Bretagna.
Contributi di: Addis, Bicchieri, Bignami, Checchi, Corak, De Paola, Farinelli, Gabriele, Granaglia, Luciano, Mocetti, Peragine, Ponzo, Raitano, Scoppa, Tomassi.
FORUM RPS 2008
Stratificazione sociale, merito, governance del welfare
Roma, 19-20 novembre
Santa Marta al Collegio Romano, Piazza del Collegio Romano, 5
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