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Sinistra cristiana e convegno 4 ottobre
24.09.2008
Ai promotori firmatari del “Manifesto alla sinistra cristiana e a quanti amano la giustizia”,
e p.c. a tutte le persone a vario titolo interessate

Roma, 14 settembre 2008

Cari amici,

il numero, la qualità e il calore delle adesioni al nostro “Manifesto” ci hanno incoraggiato a realizzarne il primo impegno, che era quello di promuovere un convegno nazionale programmatico per dare seguito alla nostra iniziativa.

Pertanto confermiamo la convocazione di tale convegno per sabato 4 ottobre a Roma alle 10.30 nel Centro Congressi di via dei Frentani 4 (tra la stazione Termini e l’università La Sapienza, piazzale Aldo Moro). Ve ne alleghiamo il programma, con la più viva sollecitazione a parteciparvi e ad estendere l’invito a ogni altra persona che potrebbe essere sensibile alla nostra iniziativa e in ogni caso interessata a prendere parte al convegno.

Nei due mesi trascorsi dalla pubblicazione del “Manifesto” si è sviluppata una riflessione e una discussione che hanno coinvolto vari gruppi e molte persone e attraverso le quali si è andato affinando ed è risultato più evidente anche a noi stessi il senso di questa proposta di “sinistra cristiana”.

Mentre all’inizio l’aggettivo “cristiana” messo accanto a “sinistra” non aveva fatto problema, in seguito invece proprio questo è diventato l’oggetto prevalente del dibattito. Può una parola che evoca una fede essere assunta come qualificazione di un agire politico? E d’altra parte un appello a mettere in campo tutte le risorse possibili per rispondere alla crisi epocale in atto, non esclude con questo nome quanti non sono cristiani o credenti, e quanti non vogliono essere ristretti in una collocazione di sinistra?

L’obiezione mostra come a qualcuno appaia uno scarto tra il nome e la cosa, cioè che il nome non riesca interamente a rendere conto della cosa. La cosa per noi è chiarissima: si tratta di un gruppo, di un insieme, di un movimento, non confessionale, formato da cristiani (cattolici e protestanti) e non cristiani (aderenti ad altre religioni o a nessuna religione) che intende svolgere un servizio politico ispirato alle grandi opzioni del cristianesimo, del costituzionalismo, della laicità e della pace. E ciò nella persuasione profonda che si possono cambiare le cose, che non ci sono problemi politici che la politica non sia in grado di risolvere, per il bene comune storicamente possibile. Che ciò possa esprimersi col nome “sinistra cristiana” è sembrato a noi, nel discuterne la proposta, altrettanto chiaro. Il cristianesimo non è uno spiritualismo disincarnato, e l’astuzia moderna di far finta che non esista, per salvaguardarne lo spazio pubblico, e tuttavia conservarne i sentimenti privati, non è più oltre sostenibile; e quanto alla necessaria distinzione dalle Chiese, non è l’esclusione della fede che la garantisce; anzi talvolta, come si vede, la compromette.

Tuttavia la questione del nome è seria, perché coinvolge culture, memorie, mondi vitali e storie personali; essa suscita e può avere molte e contrastanti risposte, tutte con la loro parte di ragione e verità. Però a un certo punto essa ha bisogno di una risposta semplice, perché la ricchezza della discussione non sia di paralisi per l’azione.

La decisione semplice, che proporremo al convegno del 4 ottobre, è di enunciare in modo più esauriente la natura dei nostri gruppi, mantenendo il riferimento al nome cristiano. I motivi sono molti, ma il principale ci sembra che nessun altro nome è capace di suscitare speranza come questo, né un nome nuovo potrebbe alludere a una maggiore novità. Quanti di noi hanno più cicatrici sono esitanti ad evocarlo perché sanno quale uso distorto molte volte ne è stato fatto. I giovani ne sono assai meno preoccupati. In ogni caso sarebbe una vittoria di quella usurpazione del nome se a causa di essa fossimo costretti a tacerlo. E come antidoto per non cadere nello stesso errore di un uso strumentale, basti dire che appellarsi al movente cristiano in politica non deve più in nessun modo voler dire avanzare pretese in forza di questo nome, ma farsi giudicare da esso.

Né ci sembra si debba lasciare il nome “sinistra”. Tutta la realtà politica – e in Italia con particolare accanimento – è divisa in destra e sinistra, che sono due modalità diverse, e storicamente opposte, di concepire e dare forma a una società organizzata. Non è vero che in politica ci sono delle cose che di per sé non sono “né di destra né di sinistra”; se ci fossero, sarebbero anch’esse di destra, perché pretenderebbero di sfuggire al controllo della ragione e al vaglio della giustizia.

Ad ogni modo, perché risulti più chiara la natura non confessionale, aperta, pluralistica, di un movimento il cui unico discrimine vuol essere la ricerca della giustizia, il nome potrebbe articolarsi nella dizione “Sinistra cristiana - laici per la giustizia”, come del resto era implicito nel titolo del manifesto. Dove “laici” sta a indicare da un lato la qualità dell’essere cristiani, cioè uomini e donne, non importa se chierici o secolari, che si ritengono concittadini di Dio, “dall’aspetto riconosciuto come uomo”, e che nella condizione creaturale comune sono in cammino con l’umanità tutta intera; dall’altro sta a indicare la condizione di quanti amano così definirsi, come non credenti in Dio, seguaci di una morale avente in se stessa i propri criteri e membri responsabili e fedeli della società umana come tale; ma gli uni e gli altri uniti per cercare insieme, trovare e promuovere la giustizia e il diritto.

Questa è l’indicazione che ci sembra di poter dare in questa prima fase del nostro lavoro. Quello che ci sembra urgente, al di là della contraddizione del nome, è di mettersi all’opera: ciò infatti da cui veramente siamo spinti nella situazione presente è che non possiamo lasciare le cose così.

Speriamo di darvi presto altre informazioni; intanto prendete nota dell’indirizzo e mail, sinistra.cristiana@tiscali.it; è anche in allestimento, ma ancora non fruibile, un sito mediante il quale sarà possibile uno scambio e una comunicazione quotidiana.

Ringraziamo quanti hanno versato la loro quota, più o meno simbolica, che ci ha permesso intanto di far fronte alle prime spese, in particolare l’acconto per l’affitto della sala del convegno. Insieme al suo programma vi alleghiamo anche, per vostra comodità, il testo del nostro manifesto, il cui file potrete utilizzare per farlo circolare e conoscere.

In attesa di incontrarci il 4 ottobre vi inviamo i più cordiali saluti

Per i promotori
Raniero La Valle


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