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La verità dei sondaggi: Berlusconi ultimo in Europa
8.07.2009
Come sicuramente ricorderete, qualche settimana fa a Napoli, il premier Berlusconi illustrava ai giornalisti presenti all’uscita del Teatro San Carlo di Napoli il suo indice di popolarità: «I sondaggi che ho io mi danno il 75,1% di consensi, mentre Obama è al 59%. Quindi il mio è un record assoluto» (Per intenderci, si parla di popolarità e apprezzamento dei leader politici nei rispettivi paesi e non di intenzioni di voto). “Il Giornale” qualche giorno prima titolava infatti: «Sondaggi Il Cavaliere è il leader più amato al mondo». Meno interessanti per le tv italiane sono stati i fischi di diversi manifestanti lì riuniti, mostrati solo in alcuni filmati pubblicati sul web. Ora, nessuno mette in dubbio che tanti italiani apprezzino l’operato del premier, ma è quantomeno legittimo chiedersi dove sono quei sondaggi e chi li ha fatti. E’ come se quei numeri fossero caduti dal cielo o fossero stati trovati sotto ad un arcobaleno. Che si tratti veramente di sondaggi di sua proprietà e quindi, quantomeno opinabili? Oppure si tratta di un sondaggio di una società del suo gruppo? Non ci è dato saperlo. Quello che è certo è che i media italiani non si sono preoccupati troppo di verificare questo dato, limitandosi – come al solito – a riportare solamente le parole del premier e a farle commentare dai suoi adulatori e dai suoi oppositori. Ma noi abbiamo voluto verificare, e siamo andati a cercare dei sondaggi internazionali, svolti cioè in paesi avanzati e dall’informazione non “parzialmente libera” come recentemente è stata classificata quella italiana, per vedere se realmente Berlusconi è il “più amato”.

Tra gli istituti leader mondiali nella sondaggistica c’è senza dubbio la Harris Interactive. Vi proponiamo dunque un recente sondaggio di questo istituto di ricerca. E’ un sondaggio che misura la popolarità dei più importanti leader mondiali, commissionato a Harris Interactive dall’emittente televisiva francese France 24 e dall’International Herald Tribune, quotidiano venduto in più di 180 paesi. Il sondaggio, che successivamente è stato pubblicato anche su altri autorevoli quotidiani, è stato effettuato su un campione di 6.538 persone (età 16-64) in Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Stati Uniti e in Italia, tra il 25 febbraio e il 3 marzo. Ecco dunque gli indici di popolarità dei principali leader mondiali (media dei sei paesi):

1. Obama 80%
2. Dalai Lama 74%
3. Merkel 51%
4. Blair 48%
5. Sarkozy 40%
6. Ratzinger (Papa Benedetto XVI) 39%
7. Brown 36%
8. Zapatero 35%
9. Ban Ki-Moon 33%
10. Barroso 30%
11. Lula 25%
12. Berlusconi 17%
13. Fidel Castro 16%
14. Putin 16%
15. Chavez 14%
16. Mednev 10%
17. Hu Hintao 9%
18. Al-Assad (Siria) 8%
19. Ahmadinejad 6%

Nella relazione finale si legge:

«Obama è di gran lunga il leader più popolare in Europa e negli Stati Uniti. Nessun altro leader al mondo può vantare una popolarità minimamente paragonabile alla sua».

Non pare ci siano dubbi: Obama è “di gran lunga”, “by far”, il più popolare al mondo. Per la Harris Interactive la differenza di popolarità tra Obama e Berlusconi è veramente abissale e incolmabile: 80% di apprezzamento per Obama contro solo il 17% per Berlusconi. Obama è primo, Berlusconi solo dodicesimo su diciannove.

Continua il documento di Harris Interactive:

«A livello europeo, la Merkel è la più popolare e Berlusconi il meno popolare».

La Merkel infatti, con il suo 51% di apprezzamento, vanta ben 34 punti percentuali in più di Berlusconi. E’ interessante inoltre notare come a livello internazionale i politici meno “amati” di Berlusconi siano soltanto dittatori o figure controverse: Fidel Castro, Putin, Chavez, Mednev, Hu Hintao, Al-Assad e Ahmedinejad. Berlusconi ha solo un punto di gradimento in più di Fidel Castro. Dal sondaggio emerge anche un altro dato interessante: il gradimento di Berlusconi è buono tra i telespettatori-elettori italiani (38%) ma decisamente più inferiore in Europa e negli Stati Uniti: 16% negli U.S.A. e in Spagna, 13% in Inghilterra, 12% in Germania e addirittura solo il 7% in Francia. Infatti, tra tutti i leader occidentali, Berlusconi è quello con la più grande differenza tra la popolarità interna (38%) e quella media tra i sei paesi (17%), ben 21 punti percentuali di differenza. E’ lecito concludere, anche se ognuno può trarre le sue conclusioni, che probabilmente il possesso di molti media italiani giochi fortemente a suo favore nel mantenere i suoi consensi elevati.

Difatti la Harris International non lascia spazio a dubbi, scrivendo chiaramente:

«La grande differenza tra la popolarità del Primo Ministro Berlusconi in Italia rispetto agli altri paesi è sicuramente il riflesso del suo controllo sulla gran parte dei media italiani».

Analizzando solo il campione statunitense, il gradimento di Berlusconi da novembre a aprile è diminuito di 4 punti (dal 20 al 16%), forse per via della tanto criticata dichiarazione infelice riguardo al colore della pelle di Obama. Ma il gradimento di Berlusconi da novembre a aprile è diminuito in tutti i campioni parziali: in Gran Bretagna dal 16 al 13% (forse per aver fatto innervosire l’autorevole regina d’Inghilterra); in Spagna dal 20 al 16%; in Germania dal 14 al 12% (forse per via della gaffe fatta con la Merkel); in Francia dal 9 al 7%. Appare dunque opinabile anche un’altra frase spesso pubblicizzata su diversi giornali della famiglia Berlsuconi, secondo i quali «Con Berlusconi, l’apprezzamento del nostro paese all’estero è aumentato». I dati della Harris Interactive dimostrano il contrario: Berlusconi all’estero gode di una popolarità decisamente bassa. Persino in Italia, dove è noto il potere mediatico del premier, la sua popolarità è diminuita dal 43 al 38%. Sarebbe interessante conoscere la sua percentuale di popolarità in Finlandia, dove un partito candidato alle europee ha perfino lanciato uno slogan inequivocabile: «votateci, fermeremo Berlusconi».

Visto che da anni in Italia i sondaggi hanno assunto una discreta importanza, ci auguriamo che in futuro ne venga fatto un uso più appropriato, più corretto e non meramente propagandistico. Se lo scopo non è quello di fare campagna elettorale ma di fare informazione (vera), allora andrebbero diffusi non solo i sondaggi “privati” o di istituti di ricerca in qualche modo collegati a Berlusconi o a gruppi politici e industriali italiani, ma anche quelli di importanti e indipendenti compagnie internazionali, in quanto assolutamente non sospettabili di mancanza di professionalità o vera e propria faziosità.

Scritto da Alessio Fratticcioli
http://www.dirittodicritica.com/

Fonte: Harris Interactive


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