Facevano mozzarella in Lazio con latte in polvere francese e scaduto . I Carabinieri del Nas di Roma hanno chiuso per carenze igienico sanitarie un caseificio e sequestrato circa 10 tonnellate di prodotti caseari sofisticati, per un valore commerciale di 300mila euro, realizzati utilizzando materie prime non consentite ed in parte già scadute
Impiegavano latte in polvere per confezionare mozzarelle, vendute come prodotti dop, e formaggi. I Carabinieri del Nas di Roma hanno individuato e chiuso per carenze igienico sanitarie un caseificio e sequestrato circa 10 tonnellate di prodotti caseari verosimilmente oggetto di sofisticazione, per un valore commerciale di 300 mila euro, realizzati utilizzando materie prime non consentite ed in parte già scadute.
Il latte in polvere utilizzato, di provenienza francese, era in parte scaduto da oltre un anno. L'azienda, secondo il Nas, produceva mozzarelle e formaggi utilizzando materie prime non consentite, quali amido e fecola di patate (per addensare il prodotto), caseina e latte in polvere, senza l'impiego di caglio, nonostante che tale ingrediente venisse indicato nell'etichetta (verosimilmente per tranquillizzare il consumatore).
I prodotti caseari, sequestrati e sottratti al consumo prima della distribuzione, erano destinati a rifornire prevalentemente rivenditori all'ingrosso ed al dettaglio di Roma e provincia. È stata anche sequestrata una tonnellata di materie prime destinate all'illecita produzione casearia, che avrebbe consentito di immettere in commercio ulteriori tonnellate di formaggi sofisticati.
Con la metà delle mozzarelle fatte con latte o addirittura cagliate straniere, l'importante operazione dei carabinieri dei Nas conferma l'allarme che è venuto dai presidi degli allevatori ai porti e ai valichi dove è stato verificato un inquietante transito di sottoprodotti ma anche un commercio ambiguo di cibi che attraversata la frontiera rischiano di essere spacciati come italiani. Così afferma la Coldiretti nell’esprimere ringraziamento per l’operazione ai Carabinieri dei Nas. In Italia in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. Dietro queste cifre si nasconde l'inganno e per questo è importante l’intensificazione dei controlli ma anche l’approvazione del decreto sostenuto dalla mobilitazione della Coldiretti e presentato dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia che introduce l’obbligo di indicare l’origine in etichetta per latte e derivati ma vieta anche l’impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi.
Nel decreto si stabilisce chiaramente che il formaggio si fa con il latte e non con le polveri ma regolamenta anche l’impiego di semilavorati industriali (cagliate) nella produzione di formaggi e mozzarelle che dovrà essere indicato in etichetta. Oggi tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta e la metà delle mozzarelle non a denominazione di origine sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere all’insaputa dei consumatori.
fonte: http://www.italiaatavola.net:80/articoli.asp?cod=11410