6.06.2003
Rischio sfratti per la vendita immobili pubblici "Con la seconda fase della cartolarizzazione i prezzi sono aumentati anche del 100%" denunciano Nicchi, Cocchi, Bussolotti, Lippi e Simonti. La seconda fase della vendita degli immobili di proprietà degli Enti previdenziali, anche in Toscana, rischia di aggravare una situazione abitativa nella quale sono già presenti sofferenze. Di fatto si scaricano sui comuni ulteriori tensioni e compiti, impedendo loro -tra l'altro - di acquistare gli immobili in vendita per far fronte alle emergenze. Lo sostengono i consiglieri regionali Ds Marisa Nicchi, Paolo Cocchi, Sirio Bussolotti, Alfonso Lippi e Virgilio Simonti in una mozione che sarà all'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale. "Questa vendita - spiega Marisa Nicchi, prima firmataria della mozione - sta fortemente preoccupando inquilini e commercianti a causa dello spropositato aumento dei prezzi, in alcuni casi fino al 100% in più, e delle spregiudicate manovre esercitate da grandi gruppi finanziari a danno degli affittuari, i quali vedono vanificato il loro diritto di prelazione con la preoccupante conseguenza che gli edifici interessati verranno posti all'asta e per numerosissime famiglie, tanto per chi vi abita quanto per chi vi svolge attività commerciali, si presenterà l'incubo dello sfratto". Per questo i consiglieri diessini chiedono che la giunta regionale intervenga nei confronti del governo e del Parlamento, affinché si preveda l'adozione di provvedimenti urgenti. In particolare: garanzie di stabilità alloggiativa per le famiglie che non potranno acquistare l'appartamento; la permanenza nell'alloggio degli anziani con oltre 65 anni attraverso la cessione dell'usufrutto ad un prezzo pari all'affitto che viene attualmente pagato; l'allineamento dei prezzi di vendita degli appartamenti che vengono messi in vendita a quelli già venduti; ulteriori abbattimenti dei prezzi nel caso che i conduttori acquistino a mezzo di mandato collettivo e rappresentino almeno il 50% delle unità residenziali complessive dell'immobile; l'abrogazione delle norme per l'individuazione degli immobili di pregio che creano disparità di trattamento tra inquilini; la possibilità che Regioni, comuni ed altri soggetti pubblici territoriali, possano esercitare il diritto di prelazione per l'acquisto di unità immobiliari ad uso residenziale libere ovvero occupate e non optate dai conduttori.
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