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Gli italiani bocciano il federalismo scolastico
5.09.2003

Scuola / Indagine Eurispes

Gli italiani bocciano il federalismo scolastico

Un sapere regionalizzato? Un sistema dell'educazione ritagliato su misura di usi e costumi strapaesani, magari con ciascun assessore regionale libero di riscrivere i programmi didattici, censurando qua e là in base alle proprie inclinazioni? No, grazie. Il federalismo scolastico proprio non piace ai genitori italiani, o per lo meno a una consistente maggioranza di loro: in base a una ricerca Eurispes, il 62,7% dei genitori non è convinto dal disegno di legge Bossi-La Loggia, tutt'ora all'esame del Senato, che prevede la potestà legislativa esclusiva delle Regioni anche in materia di organizzazione scolastica e definizione dei programmi scolastici di interesse regionale. La bocciatura prevale in tutte le aree del paese, ma è più consistente al Centro. E' nel Nord Est, invece, che il federalismo attira i maggiori consensi, i quali comunque non superano il 24,7%. Altro dato significativo, anche tra gli elettori del centrodestra il progetto di Bossi non sfonda: solo il 44% di chi ha votato per l'attuale maggioranza dice sì al federalismo scolastico.

I dati forniti dall’Eurispes si basano su un'indagine realizzata su un campione di 1.500 genitori con almeno un figlio frequentante l’ultima classe delle scuole medie superiori.

Solo il 22% degli intervistati è convinto che il federalismo debba essere attuato anche nel mondo della scuola. E ben il 15,3% del campione non ha saputo dare una risposta, "a prova del fatto - sottolineano i ricercatori dell'Eurispes - che si tratta di un tema le cui implicazioni risultano ancora poco chiare a molti e su cui non è sempre facile pronunciarsi". Nelle grandi aree del paese quel 62,7% di no è suddiviso come segue: 69,4% al Centro; 65,4% al Sud; 62% nelle Isole; 60,9% nel Nord Ovest; 55,5% nel Nord Est. I favorevoli al federalismo scolastico sono invece ripartiti così: 24,7% nel Nord Est; 23,7% nel Nord Ovest; 23,3% al Sud; 21,4% nelle Isole; 15,6% al Centro.

Per quanto riguarda l'area politica, solo il 44,4% dei genitori del centrodestra e il 33% di quelli che si definiscono di destra sostengono che il federalismo deve essere attuato nella scuola. Mentre il 78,1% dei genitori appartenenti all’area di centrosinistra si è espresso in modo nettamente contrario. Di seguito sono riportate in dettaglio le opinioni dei genitori sul federalismo scolastico nella scuola per area politica di appartenza. Favorevoli: 44,4% centrodestra; 33% destra; 22% centro; 16,5% sinistra; 14,9% centrosinistra. Contrari: 78,1% centrosinistra; 74,1% sinistra; 63,8% centro, 50,5% destra; 47,9% centrodestra. Non sanno rispondere: 16,5% destra; 14,2% centro; 9,4% sinistra; 7,7% centrodestra; 7% centrosinistra. Infine il 58,3 % dei genitori non appartenenti a nessuna area politica si è dichiarato contrario, il 22,2% favorevole, mentre il 19,4% non ha saputo fornire alcuna risposta.

Analizzando nel dettaglio le motivazioni fornite dagli intervistati, emerge che il 28,5% rifiuta il federalismo scolastico perché, a suo avviso, rischia di produrre troppe differenze territoriali nella formazione e nella preparazione degli alunni. Secondo il 17,6% dei genitori il sistema scolastico dovrebbe essere gestito solo dal governo centrale. L'esatto contrario di quanto proposto dal disegno di legge "Bossi-La Loggia". Il 16,6% del campione non si dichiara invece d’accordo perché afferma che la scuola deve formare il senso di identità e appartenenza nazionale, che il federalismo mette in pericolo.

Fra le ragioni di chi propende invece per il federalismo nella scuola, prevale la considerazione che esso assicurerebbe una più efficiente organizzazione e gestione del sistema scolastico (9,3%). Seguono poi i genitori secondo i quali il federalismo favorirebbe l’integrazione della scuola con l’economia e le imprese locali (8,9%), realizzando così un più stretto collegamento tra istruzione, formazione e mondo del lavoro. Il 3,8% del campione, infine, è dell’idea che il federalismo consente di elaborare programmi scolastici più coerenti con le necessità del territorio.

fonte: www.rassegnaonline.it (5 settembre 2003)


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