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Il Patto Etico di A.Di Pietro
1.09.2005

Cari Amici,

questa estate, a seguito delle vicende della Banca d'Italia e delle scalate finanziarie, si è tornato spesso a parlare della "questione morale", e della necessità di emanare un "codice etico" per ridare trasparenza e legalità alle istituzioni, alla politica ed all'economia..

Siccome la questione non può e non deve rimanere solo una chiacchiera estiva e siccome molti - sia nel centrodestra che nel centrosinistra - sono refrattari all'introduzione di tale codice, ho deciso di rompere gli indugi e proporre direttamente - a nome dell'Italia dei Valori - un "progetto di legge di iniziativa popolare" (in modo che siano direttamente i cittadini a proporre quella legge che il Parlamento si ostina a non voler fare).

Prima di dare il via alla relativa raccolta firme, è però doveroso da parte mia sottoporre la proposta a tutti coloro che vogliono confrontarsi con questo argomento, dando i propri suggerimenti, esprimendo le proprie valutazioni ed aggiungendo ulteriori punti a quelli da me finora individuati.

Allego al riguardo un file contenente la bozza del "PATTO ETICO", composto da 102 punti. Fatemi sapere cosa ne pensate e se siete disponibili a sostenere questa nuova battaglia di legalità dell'Italia dei Valori. Potete inviare i vostri contributi all'email dipietro@italiadeivalori.it o inviare un fax al n.ro 02.45498412 o scrivere a Italia dei Valori, via F. Casati 1/a 20124 Milano.

Colgo l'occasione per ricordare che il prossimo 16 ottobre si svolgeranno le Primarie dell'Unione per individuare il candidato Premier del centrosinistra.

Anch'io mi sono candidato alle Primarie e l'ho fatto non contro qualcuno ma proprio per rilanciare e far affermare - all'interno della coalizione e nel paese - la priorità della "questione morale" come base programmatica.

Il "Patto etico" dell'Unione deve servire proprio per smentire le accuse di chi afferma che della sua dirigenza non ci si può fidare.

Beh, per certi casi finora è stato così, perchè anche il centrosinistra spesso ha applicato due pesi e due misure, nel senso che un conto sono i valori a cui si richiama, un altro è quello che concretamente fa la propria classe politica.

E’ necessario quindi passare al vaglio i nostri amministratori, i nostri futuri candidati ed escludere ad esempio coloro che sono stati condannati con sentenza passata in giudicato. Il centrosinistra deve darsi tale codice anche perché, nel momento in cui la destra frana, saranno molti quelli che da quella parte cercheranno di cambiare sponda politica: non sappiamo chi rischiamo di imbarcare. Mentre Berlusconi se lo conosci lo eviti, rispetto ai tanti 'berluschini' potenzialmente in arrivo o che già si occultano tra le pieghe dell'Unione, si rischiano brutte sorprese, se non ci si attrezza per tempo.



Antonio Di Pietro

Presidente Italia dei Valori



- PATTO ETICO E PRIORITA’ PROGRAMMATICHE-



(Antonio Di Pietro per le “Primarie” del 16 ottobre 2005)

_____________________________



A – TRASPARENZA E LEGALITA’ NELLE ISTITUZIONI :



1. Va istituita l’Anagrafe patrimoniale dei Pubblici dipendenti e degli Amministratori pubblici, la cui gestione deve essere affidata ad un’apposita Agenzia indipendente, al fine di poter monitorare nel corso di tutta la loro carriera l’evoluzione patrimoniale diretta ed indiretta di coloro che operano per conto della Pubblica Amministrazione ed intervenire – anche con la risoluzione d’ufficio del rapporto di lavoro o d’impiego - nei casi in cui l’interessato non sappia o non voglia dare spiegazioni in ordine ai suoi guadagni ovvero nei casi in cui si riscontrino falsità nelle predette dichiarazioni.

2. Coloro che sono stati condannati alla reclusione per reati dolosi con sentenza penale passata in giudicato non devono essere candidati alle assemblee elettive Parlamento compreso).

3. Coloro che sono stati condannati per reati dolosi con sentenza penale passata in giudicato non devono poter assumere incarichi di governo locale o centrale fino ad eventuale sentenza di riabilitazione.

4. Coloro che sono stati condannati ala reclusione con sentenza penale passata in giudicato per reati dolosi non devono poter assumere incarichi dirigenziali né di legale rappresentanza o di controllo né rapporti di consulenza negli enti pubblici e nelle società di gestione a prevalente partecipazione pubblica.

5. Coloro che sono stati rinviati a giudizio per reati dolosi gravi non possono assumere incarichi di governo locale o centrale fino alla definizione dei processi in corso.

6. I dipendenti della Pubblica Amministrazione locale e centrale, di qualsiasi grado, che sono stati definitivamente condannati alla reclusone per reati dolosi devono decadere dal rapporto di lavoro o di impiego e da qualsiasi altro rapporto comunque remunerato. La stessa sanzione accessoria deve essere applicata ai dipendenti di enti pubblici ovvero di società a prevalente partecipazione pubblica.

7. Le cause di legittimità relative alla ineleggibilità ed incompatibilità dei parlamentari e dei consiglieri regionali devono essere decise dalla Corte di Cassazione, al posto della Giunta per le elezioni (per evitare, come è avvenuto per le liste civetta e non solo che detto Organo parlamentare abusi delle sue funzioni in palese conflitto di interessi).

8. Le autorizzazioni a procedere (per l’arresto, le intercettazioni telefoniche e le perquisizioni) a carico dei parlamentari devono essere decise dalla Corte Costituzionale, al posto della Giunta per le autorizzazioni a procedere (per avere decisioni di stretta legalità invece di soluzioni dettate da ragioni politiche, come spesso è avvenuto finora);

9. Nelle decisioni a prevalente interesse pubblico i provvedimenti degli amministratori degli enti locali devono essere adottate di concerto con gli organi elettivi al fine di dare maggiore democraticità e collegialità alle decisioni (per evitare personalismi e favoritismi da parte di sindaci e Presidenti di Provincia e Regioni);

10. Le funzioni dei segretari comunali devono essere riqualificate ridando ad essi il ruolo di “garanti della legalità” e per tale ragione essi devono essere nominati dal Prefetto a seguito di pubblico concorso e di graduatorie oggettive e non più scelti dai sindaci (che spesso ricorrono alle prestazioni di coloro che sono più disponibili ad assecondarli anche quando prendono decisioni contra legem).

11. Il controllo degli atti e delle delibere degli enti locali deve essere ripristinato. Una volta c’erano i Co.Re.Co., oggi potrebbero essere delle apposite Autority regionali, (per prevedere un filtro di legittimità contro abusi e sperperi incontrollati da parte delle Amministrazioni locali).

12. La gestione operativa della Sanità va affidata a manager indipendenti e professionalmente preparati che non siano scelti dalla politica (come ora avviene con sfacciata lottizzazione e favoritismi). In particolare i Direttori generali delle ASL e degli ospedali vanno indicati dall’Ordine dei medici o da specifica Autorità in base alle specifiche competenze professionali.



B – LEGALITA’ NEI RAPPORTI CON L’AMMINISTRAZIONE PUBLICA



13. Coloro che sono stati condannati alla reclusione per reati dolosi con sentenza penale passata in giudicato non possono stipulare contratti né partecipare a gare della Pubblica Amministrazione né di Enti pubblici di gestione o società di capitali a prevalente partecipazione pubblica.

14. I rapporti con la Pubblica Amministrazione devono essere limitati a chi è stato deputato a trattare o intervenire per la società (per evitare, come spesso accade, l’intervento figura di faccendieri, millantatori e intermediari vari che si inseriscono nei rapporti per fini di indebito lucro).

15. Le imprese che operano con la Pubblica Amministrazione devono vietare qualsiasi comportamento, da chiunque a suo nome e per suo conto posto in essere, consistente nel promettere od offrire direttamente od indirettamente denaro od altre utilità a Pubblici Ufficiali e/o Incaricati di Pubblico Servizio. Alle società coinvolte deve essere impedita la possibilità di partecipare a gare, stipulare contratti o continuare a fare affari con la Pubblica Amministrazione

16. Le imprese e i legali rappresentanti delle società sono solidalmente e oggettivamente responsabili dei comportamenti dei propri dipendenti o collaboratori volti ad ottenere, da parte della Pubblica Amministrazione, della Comunità Europea o di altro Ente pubblico, qualsiasi tipo di contributo, finanziamento, mutuo agevolato o altro provento dello stesso tipo, per mezzo di dichiarazioni e/o documenti allo scopo falsificati o seguito di artifici o raggiri volti ad indurre in errore l’ente erogatore.
F - RIDUZIONE DEI COSTI DELLA POLITICA:

17. I finanziamenti pubblici ai partiti devono essere se non abrogati, almeno ridotti del 50% (giacchè i contributi che attualmente i partiti ricevono direttamente o indirettamente sono davvero troppo elevati, specie con gli ultimi discutibili interventi legislativi effettuati).

18. L’accesso al finanziamento pubblico da parte dei partiti deve essere limitato solo alle formazioni politiche che superano lo sbarramento previsto dalla legge per la ripartizione della quota proporzionale e non come adesso che è previsto per tutti i partiti che raggiungono l’1% (onde ridurre il numero complessivo dei partiti e limitare la proliferazioni di pseudopartiti aventi solo lo scopo di lucrare tali finanziamenti).

19. Le indennità di carica ed i gettoni di presenza nelle Amministrazioni statali, regionali e territoriali, negli enti pubblici e nelle società a prevalente capitale pubblico devono essere ridotte di almeno il 50%;

20. Il numero dei parlamentari deve essere ridotto (per esempio di almeno il 30%, giacchè attualmente l’Italia pur essendo molto più piccola degli Stati Uniti ha quasi il doppio di parlamentari).

Il numero dei consiglieri regionali deve essere anch’esso complessivamente ridotto e deve essere quantificato in modo oggettivo con legge nazionale, proporzionalmente agli abitanti per ciascuna regione.
Il numero dei sottosegretari non deve poter superare il doppio di quello dei ministri.
Deve essere vietato alla Pubblica Amministrazione locale e centrale nonchè agli Enti pubblici ed alle società a prevalente capitale pubblico di far ricorso a consulenze o incarichi esterni per l’espletamento delle attività di istituto, con conseguente obbligo di utilizzare le professionalità presenti fra i pubblici impiegati (onde evitare le tante consulenze di favore, con costi spropositati che si stanno facendo in questi periodo).
Tutti i benefit e gli extra non aventi diretta e comprovata attinenza con il ruolo e l’incarico svolto dai politici, amministratori e funzionari pubblici sono revocati (tessere autostradali, ingrasso stadi e cinema, biglietti aerei e ferroviari, tessere telefoniche, indennità e gratifiche di varia natura, etc.).
Le leggi elettorali per le elezioni regionali devono essere emanate con legge dello Stato e non da ogni singola regione (per evitare, come è accaduto finora, che i singoli Consiglieri Regionali adottino scelte più per favorire se stessi che per fare l’interesse pubblico).
I candidati nei collegi maggioritari devono poter essere individuati a seguito di “primarie di collegio” (per evitare la spartizione lottizzatoria dei seggi fra le segreterie dei partiti, come avviene finora).
Parimenti (e per le stessa ragioni) i candidati sindaci ed i candidati Presidenti (del Consiglio, della Regione e delle Province) devono poter essere scelti attraverso le Primarie.
Le nomine nei Consigli di Amministrazione degli Enti pubblici e delle società a prevalente partecipazione pubblica devono avvenire non più per spartizione politica (come avviene finora) ma su base professionale valutata previamente da apposite Autority indipendenti.
I “servizi di scorta” devono essere complessivamente rivisti ed assegnati solo per motivi di sicurezza e non di accompagnamento in relazione alla carica o al ruolo istituzionale ricoperto (come troppo spesso avviene ancora, con grave dispendio di denaro ed energie umane).


G - TUTELA DEI CONSUMATORI E DEI PICCOLI RISPARMIATORI:



30. Va istituito un’Autority nazionale per la tutela dei diritti del consumatore, del piccolo risparmiatore e del contribuente, con contemporanea previsione dell’istituto della “class action” per tutelare i loro diritti davanti ad ogni autorità, giudiziaria compresa (al fine di permettere la tutela dei diritti delle categorie più a rischio contro soprusi, truffe e ingiustizie).

31. Ai rappresentanti di piccoli azionisti e dei risparmiatori deve essere riservato il diritto ad essere inseriti – quanto meno come osservatori - nei consigli di amministrazione e negli organi di controllo delle società quotate in borsa.

32. L’emissione di bond deve essere riservato solo a società quotate in Borsa (per evitare di affidare i soldi dei piccoli risparmiatori ad affaristi senza scrupoli che poi non li possono restituire).

33. Nel prospetto informativo relativo alla singola emissione di bond deve essere indicato dettagliatamente e chiaramente la destinazione dei capitali raccolti con la conseguenza, in caso di violazione, dell’obbligo dell’immediato rimborso al risparmiatore (per impedire che imprese chiedano soldi per investire in una specifica operazione e poi li destinino in scopi del tutto estranei o addirittura se ne approprino per fini personali, come pure è accaduto e accade).

34. Deve essere vietato alla società che ha emesso i bond di riacquistarli direttamente sul mercato (si eviterebbe così la possibilità per l’emittente di danneggiare i piccoli risparmiatori, speculando sui propri titoli obbligazionari magari divulgano o facendo divulgare informazioni sensibili in grado di influenzare il mercato).

35. Deve essere vietato alle banche di promuovere l’emissione dei bond ma solo di collocarli. Deve altresì essere vietato alle banche di collocare i bond e contemporaneamente svolgere attività di Advisor sulle operazioni e sul capitale delle società emittenti ( per evitare collusioni di interessi tra banche e imprese e soprattutto per evitare che il denaro raccolto dai bond serva solo alle banche per rientrare dei loro crediti in violazione della par condicio creditorum).

36. Deve essere vietato la collocazione di bond da parte di banche che hanno quote sociali e partecipazioni in imprese che fanno ricorso al prestito obbligazionario attraverso i bond (sempre per evitare possibili ed evidenti conflitti di interessi).

37. Va migliorata la lotta al carovita, con la revisione dei panieri Istat e la loro differenziazione per fasce di reddito da determinare con sindacati e associazioni di consumatori (con uno specifico per gli ultra 65enni).

38. Va rivista la tassa di successione che deve essere esenti solo per i piccoli e medi patrimoni e non per i grandi patrimoni (in applicazione piu’ rigorosa del principio della progressività del sistema fiscale).



E - CONFLITTI DI INTERESSE:



39. Chi esercita attività esecutive (es. Governo) o di controllo (es. Autority, magistrati di ogni giurisdizione) non può essere titolare di attività finanziarie o d’impresa, né esercitare direttamente o indirettamente atti di gestione delle stesse, pena la non eleggibilità o la decadenza dall’incarico (per evitare ogni conflitto di interesse).

40. Chi esercita attività elettive (parlamentari, consiglieri, regionali, provinciali o comunali) non può esercitare attività economiche o svolgere affari con gli enti presso cui esercita il proprio mandato, nè direttamente nè indirettamente, pena la decadenza dall’incarico;

41. I parlamentari non possono partecipare alle sedute nè esercitare il diritto di voto con riferimento a richieste di autorizzazione a procedere o altri provvedimenti che interessano se stessi (per evidente conflitto di interesse).

42. Gli eletti e gli amministratori pubblici devono astenersi dalle loro funzioni in ogni caso in cui sono o possono risultare in conflitto di interessi con il provvedimento da adottare, pena la decadenza dall’incarico.



F – PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE:



43. Nel settore dell’informazione privata (specie quella a rilevanza e tiratura nazionale), bisogna contrastare il dominio oligopolistico di imprenditori che esplicano attività diverse da quelle proprie dell’editoria, quantomeno stabilendo il divieto in capo agli stessi di quote sociali maggioritarie o di controllo delle aziende editoriali (al fine di evitare i palesi conflitti di interessi che si verificano ora a causa di proprietari che svolgono anche altre attività interessate ad un certo tipo di informazione , anche quanto contrario alla verità).

44. Con riferimento all’informazione pubblica, la nomina degli amministratori e dei dirigenti della RAI deve avvenire da parte dell’Autority per l’Informazione di concerto con i Comitati di redazione dei giornalisti (per eliminare o quanto meno ridurre il controllo e l’influenza della politica nell’informazione).

45. I giornalisti del servizio pubblico devono essere individuati per pubblico concorso e non per chiamata diretta (come avviene ora, spesso su indicazione lottizzatoria dei partiti).

46. L’accesso all’informazione deve essere garantito a tutti in regime di reale e leale “par condicio”, sia nelle reti pubbliche che in quelle private a tiratura nazionale (come ha anche raccomandato – finora inutilmente - il Capo dello Stato nel suo messaggio alle Camere). La legge Gasparri va pertanto completamente modificata perchè essa si limita solo a legalizzare ciò che prima era illegale, e cioè il conflitto di interessi di taluni)



G – LEGALITA’ NELLE ATTIVITA’ ECONOMICHE E D’IMPRESA:



47. Occorre rifinanziare il Fondo antiraket ed antiusura per liberare le piccole e medie imprese specie del Meridione d’Italia, dallo strangolamento degli usurai e dal ricatto della criminalità organizzata.

48. Le imprese quotate in borsa non possono avere partecipazioni nè svolgere attività di gestione e controllo di società aventi sede sociale nei c.d. paradisi fiscali. Parimenti società off-shore non possono acquistare quote nè assumere la gestione o il controllo di società quotate in borsa (per evitare il noto ricorso a questi sistemi per operazioni finanziarie occulte e comunque poco trasparenti).

49. Deve essere vietato alle società di revisione di svolgere servizi di consulenza alle società sottoposte al loro controllo nè direttamente nè attraverso società controllate o collegate o comunque ad esse riferibili (per evitare commistioni fra controllati e controllori).

50. Il mandato delle società di revisione deve essere a termine ed al massimo rinnovabile per una sola volta (per rompere l’attuale oligopolio detenuto da quattro-cinque società di revisione che impediscono l’allargamento di soggetti controllori).

51. Le società di revisione devono essere pagate direttamente dalla Borsa Valori tramite un fondo creato ad hoc al quale concorrono le società quotate proporzionalmente al loro fatturato (per evitare che il controllore sia pagato dal controllato così finendo spesso a “libro paga”).

52. L’individuazione della società di revisione per ciascuna società quotata in Borsa deve essere riservata alla Consob (per evitare che il controllato scelga il proprio controllore).

53. Alla Consob deve essere riservato anche la nomina di un componente del collegio sindacale (per monitorare e riferire in tempo reale all’Autorità di controllo eventuali anomalie).

54. Gli incarichi di professionisti e manager delle società quotate in borsa devono essere limitati di norma a non più di 3 (legale rappresentante, consigliere di amministrazione o sindaco di società non appartenenti allo stesso gruppo) per evitare proliferazione di incarichi in capo alla stessa persona con possibili conflitti di interessi e scarsità di rendimento.

55. Devono essere ridimensionate le stock option e premi in azione agli amministratori ed ai dirigenti di società quotate e soprattutto devono essere vietato provvedere ai relativi versamenti estero su estero (come ora spesso avviene per sfuggire al fisco ed ai controlli).

56. I sindaci delle società di capitale devono essere nominati da una Autorità esterna (es. la CCIA) (per impedire che gli amministratori si scelgano i loro controllori fra i propri amici o conniventi, cosa che oggi avviene quasi sempre).

57. Coloro che sono stati condannati alla reclusione per reati dolosi con sentenza penale passata in giudicato vanno interdetti dall’esercizio di attività professionali per cui è richiesta la licenza o l’abilitazione, salvo i casi di intervenuta riabilitazione;

58. Per tutto il periodo di esecuzione della pena, il condannato non deve poter esercitare l’attività di amministratore nè qualsiasi altra attività di gestione, rappresentanza e controllo della persona giuridica (associazioni no-profit comprese);

59. L’amministratore, il dipendente o il collaboratore esterno che, nell’espletamento od a causa della propria attività, riceva omaggi o altra forma di benefici non consentiti, dovrà assumere ogni opportuna iniziativa al fine di rifiutare detti omaggi o benefici ed informarne immediatamente le autorità competenti (Organismo di controllo di cui al D. Lgs. 231/0, se esistente ovvero l’autorità giudiziaria).

60. L’amministratore, il dipendente od il collaboratore esterno che venga a trovarsi in situazioni che possano, o ritenga che possano essere rilevanti sul piano della violazione di regole penalmente o civilmente rilevanti (secondo i principi espressi dal decreto legislativo 231/01) deve informare immediatamente le competenti autorità, ivi compresa quella giudiziaria.

61. Deve essere vietato destinare a finalità diverse da quelle per cui sono stati concessi, contributi, sovvenzioni o finanziamenti ottenuti dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità europee anche se di modico importo e/o valore.

62. Le imprese non possono farsi rappresentare nei rapporti e nella conduzione di qualsiasi attività o rapporto con la Pubblica Amministrazione da soggetti terzi o dipendenti quando, in base alle informazioni disponibili, si possa configurare un conflitto d’interessi.

63. Deve essere vietato compiere qualsiasi atto, simulato o fraudolento, diretto a influenzare la volontà dei componenti l’Assemblea dei soci per ottenere la irregolare formazione di una maggioranza e/o una deliberazione differente da quella che si sarebbe prodotta.

64. Va punita – anche con il licenziamento nei casi gravi - la diffusione intenzionale di notizie false sia all’interno che all’esterno delle società, concernenti le società stesse, i suoi dipendenti, i collaboratori ed i terzi che per esso operano, con la piena consapevolezza e conoscenza della loro falsità.

65. Gli organi della società, i loro membri ed i dipendenti, in occasione di verifiche e di ispezioni da parte delle Autorità pubbliche competenti, devono mantenere un atteggiamento di massima disponibilità e di collaborazione senza ostacolare in nessun modo le funzioni degli Organi ispettivi e di controllo. In caso di affermazioni false o di ingiustificate reticenze, essi devono poter essere chiamati a rispondere davanti all’Autorità giudiziaria.

66. Chiunque investe in scalate e acquisti di azioni e titoli ha l’obbligo, se richiesto dalle Autorità di controllo, di dimostrare la provenienza lecita dei relativi fondi. In caso di inosservanza, i titoli possono essere sequestrati.

67. I produttori, italiani ed esteri, e gli importatori devono indicare, oltre all’attuale etichettatura, l’origine dei principali materiali utilizzati e l’origine delle principali lavorazioni nonché la denominazione del produttore, distributore o importatore con relativa iscrizione alla Camera di Commercio anche attraverso codice a barre.

68. I produttori extra Comunità europea devono certificare, se vogliono importare i loro prodotti in Italia, il rispetto delle norme UE in materia ambientale, di tutela della salute, di sicurezza dei lavoratori con conseguenti sanzioni per gli inadempienti (divieto di commercio, sequestro dei beni, ritiro della licenza di importatore o distributore, multa alla società solidalmente con gli amministratori pari al valore delle merci importate).

69. Deve essere istituito un Albo delle ditte che localizzano all’estero (con l’istituzione di un’Autority di controllo) per sanzionare – con multe e/o divieto di commercializzare i propri prodotti in Italia – coloro che sfruttano il personale nelle nazioni povere ovvero commettono altri abusi (quali la contraffazione, la concorrenza sleale o l’inquinamento ambientale).

70. La tassazione delle grandi rendite finanziarie deve essere perequata a quella sul lavoro (per evitare sperequazioni sul piano dell’equità e per rilanciare l’occupazione e le attività industriale).

71. Il fenomeno del terrorismo e della criminalità organizzata e mafiosa va combattuto soprattutto sul terreno finanziario prosciugandone le fonti illecito di denaro. In particolare i trasferimenti di denaro attraverso canali non bancari vanno regolamentati, le norme antiriciclaggio della UE vanno ampliate per intero, i beni immobiliari ed i capitali sospetti devono essere congelati, va introdotto un codice di condotta per sorvegliare le transazioni finanziarie dirette ad enti di beneficenza, va ampliata ed armonizzata meglio la capacità investigativa europea nel settore finanziario.

72. Nei settori di primaria importanza per l’economia del paese (es. Trasporti, Energia, Telecomunicazioni) bisogna indire gare periodiche e più aperte alla concorrenza per l’affidamento dei relativi servizi (per evitare il ritorno di fatto ai Monopoli ed agli oligopoli che strozzano il libero e trasparente mercato).

73. E’ necessario aprire le banche al capitale straniero, concedendo l’autorizzazione alla fusione soltanto sulla base dell’impatto competitivo e dando a esclusiva competenza all’Antitrust per le relative valutazioni, verifiche e controlli (per poter meglio competere sul mercato globale e per operare con maggiore trasparenza e rispetto delle regole di mercato).

74. Bisogna limitare la concentrazione delle partecipazioni industriali nelle banche, imponendo altresì agli imprenditori con partecipazioni in istituti di credito di rivelare i prestiti ottenuti da questi;

75. E’ necessario proibire alle banche di controllare fondi di investimento;

76. Bisogna sottomettere le obbligazioni bancarie alle stesse regole di trasparenza in vigore per il resto del mercato.

77. Va abolito il segreto bancario su tutte le transazioni.



H – TRASPARENZA ORGANI GIUDIZIARI E DI CONTROLLO:



78. L’individuazione e la nomina dei magistrati negli incarichi direttivi deve essere rimessa totalmente nelle mani dell’Organo di autogoverno della magistratura (C.S.M.), senza alcuna interferenza del Ministro della Giustizia (per evitare pressioni o dipendenze gerarchiche che minano l’indipendenza della magistratura)

79. Deve essere completato il divieto totale - per tutti i magistrati in sevizio di qualsiasi grado e giurisdizione - di assumere incarichi fuori ruolo o di consulenza né arbitrati extragiudiziari di qualsiasi tipo.

80. I magistrati in servizio non devono più poter essere candidati a cariche elettive nei luoghi dove esercitano la loro giurisdizione ed alla fine del loro mandato non devono poter tornare ad esercitare la giurisdizione negli stessi luoghi per un periodo di almeno 5 anni.

81. I magistrati, se eletti al Parlamento o se assumono incarichi governativi, devono dimettersi dalla magistratura,

82. La proprietà della Banca d’Italia è riservata allo Stato (per evitare che il controllore sia di proprietà dei controllati, come avviene finora).

83. La nomina del Governatore della Banca d’Italia deve essere effettuata dal Parlamento e l’incarico deve essere limitato ad un tempo massimo di 7 anni e deve poter essere revocato con la stessa maggioranza parlamentare con cui è stato nominato;

84. Le decisioni degli Organi di controllo (Banca d’Italia, Consob etc) devono essere collegiali ad opera di un Consiglio direttivo ove tutti i consiglieri sono responsabili delle loro decisioni (per evitare poteri eccessivi in capo ad un solo soggetto, con il rischio di decisioni inopportune o pilotate);

85. La tutela della concorrenza deve essere trasferita dalla Banca d’Italia all’Antitrust;

86. Deve essere fatto divieto a tutti coloro che fanno parte di incarichi direttivi in enti di controllo (Consob, Banca d’Italia; Autorità di qualsiasi natura) di assumere direttamente o indirettamente per almeno 5 anni impieghi retribuiti dalle aziende già sottoposte al loro controllo.



F – PER RIDARE COMPETITIVITA’ AL SISTEMA PAESE:



87. Occorre innanzitutto la “certezza del diritto e delle pene”: quindi divieto assoluto di procedere a nuovi indulti, amnistie, prescrizioni condoni di varia natura, in modo che ognuno sappia che – se viola la legge – non può poi sperare di farla franca.

88. Sul piano operativo, bisogna operare un forte impegno per risanare i conti pubblici (attraverso la riduzione degli sprechi, l’eliminazione di elargizioni di contributi clientelari sotto qualsiasi forma, la lotta all’evasione fiscale, la sburocratizzazione delle procedure).

89. Sul piano legislativo, si deve provvedere ad un folto disboschimento della legislazione attuale attraverso l’adozione di “Codici di settore” e la drastica riduzione delle oltre 150 mila leggi attualmente esistenti;

90. Occorre rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno prevedendo, fra le altre cose: la lotta alla criminalità organizzata, la riduzione dei differenziali di costo per le imprese (tassi passivi bancari, energia, trasporti e logistica), il rinvio del progetto del Ponte di Messina a favore di opere infrastrutturali più urgenti (come lo sviluppo dei collegamenti con l’area mediterranea, balcanica e dell’Est europeo), lo sviluppo della filiera agroalimentare e dell’industria del turismo (con incentivi pubblici specifici per potenziare e migliorare i servizi, valorizzare il patrimonio culturale e ambientale, estendere la stagione di afflusso turistico, aumentare l’indotto dei servizi).

91. E’ necessario introdurre un nuovo credito di imposta a carattere permanente destinato alle imprese che investono in ricerca e sviluppo, prevedendo altresì un trattamento di imposta privilegiato per start up e alta tecnologia.

92. Sarebbe opportuno promuovere il lancio di un piano europeo per lo Sviluppo attraverso l’emissione di bond europei (Euobond), sicuramente appetibili agli investitori internazionali anche grazie alla forza dell’euro sul dollaro, al fine di finanziare un preciso programma di investimenti europeo volto alla innovazione, alla ricerca, alla formazione permanente, alle grandi reti europee di comunicazione e alle infrastrutture per l’ambiente (Global coordinator del Piano dovrebbe essere la Banca Europea degli Investimenti).

93. Occorre ridurre la dipendenza dai combustibili solidi per l’approvvigionamento dell’energia attraverso il ricorso a fonti alternative (solare, eolica, biomassa), i veicoli alternativi (biocombustibile, idrogeno, elettrici) e lo sfruttamento energetico dei rifiuti non riciclabili.

94. Occorre un forte impegno politico di concerto con le associazioni di categoria per promuovere i prodotti tipici del Made in Italy (agroalimentre, impiantistica e meccanica strumentale)

95. Al fine di sostenere le imprese, occorre detassare gli utili reinvestiti in attività che producono nuovi posti di lavoro, ed inoltre si deve maggiormente supportare le imprese che esportano nei mercati emergenti, agevolare fiscalmente chi investe in innovazione tecnologica.

96. L’azione di politica fiscale dovrà comprendere il sostegno alle fasce più deboli, la riduzione del cuneo fiscale, il riequilibrio tra tassazione dei redditi da lavoro e investimenti finanziari, la lotta all’evasione fiscale, la ridefinizione del sistema degli incentivi alle imprese a favore di meccanismi più qualitativamente selettivi.



D – TUTELA DEL LAVORO E IMMIGRAZIONE:



97. L’istituto dell’apprendistato va modificato con la previsione, per le aziende (specie se artigiane) del pagamento da parte dello Stato dello stipendio dell’apprendista per i primi 12 mesi (anche sotto forma di sconto fiscale) a condizione che, alla fine dell’apprendistato, il lavoratore venga assunto regolarmente.

98. Bisogna favorire la mobilità dei lavoratori dai settori in crisi a quelli in espansione, con una riforma dei sussidi di disoccupazione e dei regimi di protezione dell’impiego.

99. E’ opportuno riconoscere agli stranieri extracomunitari residenti stabilmente sul territorio ed in regola con il permesso di soggiorno il diritto di voto attivo e passivo alle elezioni amministrative.

100. Gli attuali Centri di permanenza temporanei (CPT) riservati agli stranieri non in regola con il permesso di soggiorno vanno sostituiti con strutture di accoglienza non carcerarie e attuando una riduzione drastica dei tempi di permanenza (che sono purtroppo necessari per identificare chi entra illegalmente) provvedendo alla loro espulsione in caso di impossibilità ai addivenire alla loro regolarizzazione

101. Deve essere prevista l’erogazione di nuovi servizi alle fasce sociali più deboli, un nuovo sistema di ammortizzatori sociali ed una differenziazione delle tariffe in base al reddito.

102. La precarietà va affrontata con un aumento delle indennità di disoccupazione, la trasformazione dei contratti di formazione lavoro in contratti a tempo indeterminato, l’incremento delle detrazioni per i figli a carico.

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