1.09.2005
AMBIENTE. Uragano Katrina, Legambiente: "La sua potenza è prova dei mutamenti climatici in atto"
L'associazione fa appello al presidente degli Stati Uniti affinché riveda la sua posizione sui cambiamenti climatici e di conseguenza la politica energetica del paese americano.
"Per i danni provocati e per il terribile impatto sulla popolazione, Katrina è un evento drammatico, paragonabile all'11 settembre. E la potenza di questo uragano è probabilmente l'ennesima prova dei mutamenti climatici in atto". E' quanto ha affermato Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente in riferimento al ciclone che ha devastato in questi giorni New Orleans sottolineando come sia "tempo che Bush riveda drasticamente la propria posizione sui cambiamenti climatici e di conseguenza la politica energetica statunitense".
L'associazione ambientalista ricorda in una nota come gli esperti dell'Ipcc (gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) già dal 2001 ritengono certo che gli eventi naturali estremi, e tra questi gli uragani, sono destinati a divenire sempre più frequenti e l'aumento potrebbe essere una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici. Inoltre, secondo meteo France, negli ultimi 30 anni si contavano in media 10-11 cicloni ogni anno mentre dal 1995 in poi si è passati a 12-14. Meteo France ha anche provato a elaborare un modello revisionale, da cui risulta che il numero degli uragani è direttamente proporzionale alle emissioni di gas serra.
"E' chiaro - prosegue Della Seta - che l'obiettivo principale è ora quello di assistere gli sfollati, risanare la città e ricostruire case e infrastrutture. Ma è tempo che Bush riveda drasticamente la propria posizione sui cambiamenti climatici. Gli Stati Uniti sono infatti i principali produttori di gas serra nel mondo, responsabili di oltre un terzo delle emissioni globali e non hanno voluto sottoscrivere il Protocollo di Kyoto".
"Non condividemmo, - conclude il presidente di Legambiente - e continuiamo a non condividere, la risposta del presidente degli Stati Uniti all'attacco terroristico dell'11 settembre ma non si può negare che la reazione fu immediata. E' necessaria ora altrettanta una risposta altrettanto pronta, anche se sicuramente più efficace e più ragionevole, per far fronte all'aumento e alla violenza degli eventi climatici. Affinché non si susseguano sempre più numerose le emergenze annunciate".
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