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Napoli, in scena Mischelle di Santa Oliva di E.Dante
27.01.2006

Da martedì 31 gennaio 2006, Nuovo Teatro Nuovo di Napoli
Mishelle di Sant’Oliva di Emma Dante
L’artista siciliana porta in scena il suo ‘implacabile’ affondo nelle dinamiche familiari: un gioco di sopravvivenza, intessuto sull’apparente leggerezza.
Sarà lo spettacolo Mishelle di Sant’Oliva, in scena da martedì 31 gennaio alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 5 febbraio), al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, a dare il via ad un ciclo di appuntamenti (due spettacoli ed un percorso laboratoriale) con il teatro di Emma Dante, considerata fra i registi più interessanti della scena europea contemporanea.

L’allestimento, di cui l’artista siciliana firma il testo e la regia, è prodotto da Sud Costa Occidentale in coproduzione con Festival delle Colline Torinesi, Espace Malraux - Scène Nationale de Chambéry, Drodesera - Centrale Fies, e si avvale delle luci curate da Irene Maccagnani, le scene ed i costumi di Emma Dante.

La vicenda dei due protagonisti di Mishelle di Sant'Oliva si riduce, in apparenza, al nodo di un rapporto ispido, conflittuale, denso di componenti arcaiche e di oscuri pregiudizi: espressione di un Sud repressivo e perbenista. Un padre e un figlio che da anni si parlano senza mai guardarsi in faccia. Un padre e un figlio chiusi nel loro appartamento palermitano, persi nel ricordo della donna che li ha lasciati: la rispettiva moglie e madre, ex prima ballerina dell'Olympia di Parigi, che, arrivata a Palermo inseguendo qualche improbabile sogno d'amore, è, poi, puntualmente fuggita di casa, lasciando i due alle prese con le proprie debolezze.

Il padre, Giorgio Li Bassi, è un vecchio inebetito che vive di ricordi succhiando un grottesco biberon infantile. Il figlio, Francesco Guida, è un ciccione che la sera si veste da donna e va a vendersi nel quartiere delle buttane. Una discesa agli inferi senza freni né respiro, che porta alla luce gli incubi racchiusi fra le mura domestiche, il lato oscuro dei rapporti familiari, la loro violenza talvolta intrisa di un malinteso sentimento d’amore.

Gaetano volta la schiena al figlio perché lo disprezza e lo ritiene un'onta familiare, anche se in fondo, nella sua inquieta solitudine, sa di non poterlo lasciar andare. Salvatore, a sua volta, si mostra cinico, ride sprezzante dei rimpianti paterni, ma in definitiva sembra chiedergli soltanto tenerezza e comprensione.

Nello spazio scenico, appena attrezzato da due tende con mantovane e due sedie, gli uomini raccontano la loro storia di quotidiana e dignitosa sopravvivenza. Il sogno di un’altra realtà, di un’altra vita, raccontato con la passione, l’emozione, la nostalgia di chi, a quel sogno, è rimasto legato, aggrappato come fosse l’unica, e ultima, speranza. Invece il mondo, quello vero, è il disincanto, è il dolore, la passione malcelata per la vita, l’amore, i giochi, le risate, gli sfottò che si trasformano – repentinamente - in violenti insulti.

Proprio come in mPalermu, Carnezzeria, La scimia, sono i corpi degli attori il nucleo pulsante dello spettacolo. Corpi oppressi dal grasso, dagli anni, dalla fatica, madidi di sudore ma trasudanti bellezza, vita, verità. Corpi pesanti eppure leggerissimi quando si liberano nella danza, emblemi di un universo degradato e spietato ma pregno di umanità.
Mishelle di Sant’Oliva, testo e regia di Emma Dante
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dal 31 gennaio al 5 febbraio 2006
Info orari e prenotazioni ai numeri 081406062 081425958 internet www.nuovoteatronuovo.it

Inizio spettacoli ore 21.00 (feriali) e ore 18.00 (festivi). Biglietti euro 14 (intero) ed euro 8 (ridotto)


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