4.10.2003
Le vertenze della Fiom Cgil per il contratto minano la competitività delle imprese. Lettera aperta al Presidente della SCM Alfredo Aureli
In occasione dell’incontro di sabato 29.09.2003 degli imprenditori riminesi con il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi, il presidente del Gruppo SCM Alfredo Aureli ha dichiarato che le richieste contrattuali dei lavoratori e le astensioni dal lavoro programmate in accordo con la FIOM CGIL a sostegno della vertenza in corso, minano la competitività delle imprese.
La Segreteria della CGIL di Rimini ha risposto con la seguente lettera aperta:
A proposito delle dichiarazioni del Presidente della SCM, in occasione dell’incontro con Romano Prodi di sabato 20 settembre 2003, secondo il quale il rischio di declino dell’impresa locale, in particolare di quelle meccaniche (SCM), è dovuto alla forte conflittualità messa in moto dalla richiesta della FIOM CGIL di stipulare pre accordi aziendali che cancellino quanto sottoscritto da Federmeccanica, Fim-Cisl e Uilm-Uil nel contratto “nazionale”, precisiamo quanto segue: 1) è vero, come afferma il presidente della SCM Alfredo Aureli, che gli scioperi (soprattutto quelli articolati) penalizzano le imprese e la loro produzione, ma è altrettanto vero che gli scioperi sono un sacrificio per chi lavora, soprattutto in questi tempi che vedono il potere d’acquisto delle retribuzioni notevolmente ridotto;
2) allora c’è da chiedersi perché i lavoratori metalmeccanici hanno scelto (votando a maggioranza) la strada del conflitto aziendale per arrivare a conseguire i cosiddetti pre-contratti. Probabilmente a causa delle disastrose scelte politiche del Governo e del contratto nazionale dei metalmeccanici (firmato solo da Fim, Uilm e Federmeccanica e mai sottoposto a consultazione dei diretti interessati) che riduce i diritti nel lavoro, rendendolo precario e riduce il potere d’acquisto in busta paga. Infatti, gli aumenti contrattuali sono stati definiti da Fim, Uilm e Federmeccanica ipotizzando un’inflazione dell’2,7% nel biennio e con un anticipo di 21 Euro che dovrà essere restituito dai lavoratori nel prossimo contratto. Le chiediamo se ridurre dei diritti e delle “sicurezze”, se minare la capacità di spesa dei lavoratori, fa bene o male alla nostra economia?
3) come CGIL abbiamo riconosciuto e riconosciamo quanto realizzato in questi anni dal sistema manifatturiero della provincia di Rimini, sappiamo delle brillanti performance realizzate dal suo Gruppo e non solo e lo abbiamo detto anche pubblicamente. Ciò che temiamo è che, di fronte alle difficoltà internazionali e al cambio di fase economica e produttiva, la paura vi faccia perseguire scelte sbagliate, come quella di rifugiarsi in una rincorsa competitiva fatta solo ed esclusivamente di abbattimento di costi;
4) come vede né la CGIL, né tantomeno la FIOM, vogliono affossare il sistema industriale riminese, al contrario pensiamo che ci si debba preoccupare, come abbiamo sempre fatto, di determinare nuovi fattori di competitività in una fase di passaggio come questa. La professionalità , la qualità dei prodotti, l’innovazione, la ricerca, le infrastrutture, la coesione sociale sono elementi di cui si dovrà tener conto se le nostre imprese vogliono rimanere sul mercato e sviluppare ulteriormente le loro capacità di competizione e la loro leadership. E’ nostro auspicio che su queste importanti questioni possa esserci un serio confronto e la condivisione di alcune scelte importanti per le Imprese e per i Lavoratori;
5) proprio per queste ragioni la invitiamo a riflettere sui motivi degli scioperi articolati e sui loro effetti. Sarebbe saggio da parte delle aziende, a partire dal suo Gruppo, ascoltare e valutare attentamente e serenamente le richieste dei lavoratori, probabilmente, vi accorgereste, come hanno fatto già decine e decine di imprenditori della nostra Regione, fra cui il vicepresidente degli industriali di Bologna, che le richieste dei lavoratori non minano assolutamente la competitività delle imprese.
Segreteria CGIL Rimini
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