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Casa: tra requisizione e proprietà a cura della cgil di rimini
10.02.2006

Casa: tra requisizione e proprietà, meglio un affitto equo e meno rendita immobiliare

Il problema casa investe in particolar modo le famiglie monoreddito, i lavoratori dipendenti, precari, in mobilità, gli immigrati, donne sole o con minori, giovani singoli, giovani coppie, pensionati.

Appena ieri il Comune di Rimini ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL un accordo sul Bilancio di previsione dell’Ente per il 2006. Inoltre, per quanto siano stati sottolineati tutti i limiti relativi ad una programmazione che dovrà misurarsi con la scadenza delle elezioni amministrative di aprile, il Comune ha anche presentato una relazione previsionale programmatica per il triennio 2006/2008. In nessuno dei documenti citati il problema delle politiche abitative viene affrontato nei termini in cui si sta dibattendo in questi giorni sulla stampa locale. Mentre viene confermato nel Bilancio di previsione il fondo sociale per l’affitto con l’intenzione di integrarne ulteriormente le risorse.

E’ probabile che proprio la scadenza elettorale induca già a lanciare proposte di legislatura, ma per quanto ci riguarda valuteremo i programmi elettorali quando diventeranno ufficiali e a nostra volta presenteremo le nostre proposte alle coalizioni e ai candidati. Ci sembra opportuno fare questa precisazione perché altrimenti si rischia di condurre una discussione a vuoto che al momento non potrebbe approdare a nulla. Pertanto, prima di allegare la parte della piattaforma sindacale unitaria relativa alle politiche abitative che, anche dopo la firma dell’accordo sui bilanci di previsione, riteniamo debba essere discussa nell’ambito di specifici tavoli, vorremmo ribadire un concetto sul quale la CGIL sta insistendo da tempo.

Nella provincia di Rimini le famiglie proprietarie dell’abitazione in cui vivono sono il 75%. Se si considera che il costo medio di un affitto è di 600-700 euro mensili è facile comprendere che sia più "economico" fare un mutuo, magari ventennale o trentennale. Più economico perché non si può fare altrimenti, ma, a nostro parere, in molti, ben volentieri, rinuncerebbero a questo debito a vita se si trovassero alloggi con facilità, a prezzo equo e senza anticipazioni di diverse mensilità. Attualmente però è impensabile che la rotta possa essere invertita e solo una forte presenza di edilizia residenziale pubblica potrebbe regolare il mercato. Il problema casa, per le implicazioni economiche e sociali che ha, è un tema che deve essere affrontato da tutti i soggetti che hanno una responsabilità sociale: amministrazioni, imprese, banche, fondazioni, attraverso una programmazione concertata anche con le parti sociali. Oltre all’edilizia popolare occorre contrastare la svendita del patrimonio pubblico e introdurre misure fiscali efficaci che incentivino l’affitto degli alloggi a prezzo equo e disincentivino i proprietari a mantenere sfitte le abitazioni.. Ciò favorirebbe una risposta positiva al bisogno di alloggi dei lavoratori in mobilità, delle giovani coppie, di anziani, studenti, immigrati e di tutti coloro che ne hanno bisogno. Auspichiamo che tale obiettivo venga inserito nei programmi di legislatura per le prossime elezioni amministrative comunali.

Dalla Piattaforma sindacale unitaria presentata agli Enti Locali per la Contrattazione territoriale sui Bilanci di Previsione per il 2006

Politiche abitative nel territorio di Rimini

Occorre avere consapevolezza che la casa, rappresentando il bene primario e il costo maggiore che ogni famiglia deve sostenere, diventa il fattore che per primo fa la differenza fra i nuclei familiari posizionati sopra o sotto la soglia di povertà, soprattutto, ma non solo, per le famiglie monoreddito. Si aggiunge inoltre, oltre al caro affitto, la difficoltà a reperire gli alloggi. In provincia si continua a costruire, ma non ci sono sufficienti alloggi disponibili e quelli presenti sul mercato delle locazioni richiedono mediamente il 45% del reddito percepito da un lavoratore o da un pensionato, tanto che molte famiglie decidono o sono costrette ad accendere un mutuo per l’acquisto di una "casa", in quanto il costo mensile dell’affitto risulta comunque pari ad un rateo del mutuo da pagare. Pertanto, è sempre più difficile rispondere al fabbisogno di giovani coppie, di lavoratori in mobilità, famiglie a basso reddito, single, anziani soli e non autosufficienti, immigrati e studenti

E’ necessario che le politiche della casa siano intese come un punto di snodo nelle strategie urbanistiche, di compatibilità dello sviluppo, per migliorare le condizioni sociali e la competitività del territorio. Occorre uscire sempre più da una logica puramente assistenziale e impostare un mix di politiche attive di welfare che sappiano fornire una risposta alle molteplici forme assunte dal bisogno abitativo.

Le priorità per CGIL CISL e UIL:

1) Le scelte urbanistiche non dovranno prevedere la massiccia realizzazione di nuovi agglomerati di immobili, ma dovranno essere indirizzate al possibile recupero dell’esistente (riqualificazione di immobili non solo a destinazione abitativa) o al coinvolgimento di soggetti terzi per accertare il patrimonio abitativo posseduto (Enti, Ipab, ecc.) e sotto utilizzato. Si dovrà tener conto della costruzione di adeguate infrastrutture, dell’integrazione di servizi e attività socio-assistenziali e di tutto ciò che migliori la qualità del vivere. Gli appartamenti non dovranno essere destinati solo alla proprietà, ma anche alle locazioni temporanee vincolando maggiormente i proprietari alla realizzazione di appartamenti a canone calmierato ipotizzando anche la costituzione di società di scopo pubblico/private.

2) Andranno adottati programmi di spesa per opere di riqualificazione, risanamento, ristrutturazione per recupero, secondo le finalità dell’incremento del canone. Eventuali dismissioni di alloggi ERP, da parte dei Comuni, devono essere mirate a garantire il reinvestimento del corrispettivo realizzato con le vendite.

3) I Comuni, dal primo gennaio 2005, sono proprietari delle case ERP così come previsto dalla Legge Regionale sul riordino delle politiche abitative L.24/2001. Devono ora valorizzare e tentare di estendere il patrimonio abitativo pubblico, ancora troppo limitato. Il Comune di Rimini, come del resto quelli di tutta la provincia, dispone di un esiguo numero di alloggi di Edilizia Pubblica Residenziale (ERP) rispetto alle altre realtà della regione, nonostante gli interventi realizzati. In relazione al patrimonio ERP andrà specificato quanti appartamenti verranno assegnati in maniera permanente e quanti utilizzati per l’emergenza abitativa.

4) E’ necessario un programma pluriennale di investimenti pubblici (Regione e Comuni) coordinato dall’Amministrazione provinciale. In coerenza con tale programma dovrà essere verificata e valutata l’adeguatezza degli investimenti all’interno dei Bilanci comunali, con capitoli di spesa a proiezione pluriennale. A tal fine proponiamo la destinazione di una quota degli oneri di urbanizzazione agli interventi di ERP.

5) Occorre una valutazione concertata sull’adeguatezza delle risorse relative al Fondo sociale per l’affitto prevedendo l’opportunità, da parte dei Comuni, di integrare tale fondo attraverso l’eventuale utilizzo di introiti derivanti dagli oneri di urbanizzazione. Da concertare inoltre l’utilizzo di ulteriori risorse a disposizione dei Comuni per le politiche abitative. A tali scopi sarà utile specificare nei Bilanci Comunali le entrate specifiche relative a ICI e oneri di urbanizzazione e loro finalizzazioni.

6) Va migliorata la funzionalità dell’Agenzia per la casa di natura pubblica, in modo da favorire e migliorare l’incontro fra domanda e offerta abitativa valorizzando il ruolo del pubblico anche con il concorso di privati.

7) Di fronte alla continua crescita delle famiglie in disagio socio-economico che fanno domanda di accesso per l'alloggio pubblico, e alla difficoltà di dare una risposta a tutte, è necessario che una volta acquisito, l'alloggio non diventi un diritto permanente perché perderebbe la sua finalità di carattere generalmente solidaristico e ridistribuivo verso il bisogno immediato.

8) Occorre altresì incrementare controlli continui ed accurati delle dichiarazioni per l'accesso e per le agevolazioni dei canoni di locazione per le case di E.R.P..

9) Va esteso e incentivato il contratto d’affitto concordato, favorendolo con la leva fiscale e con l’abbattimento dell’ICI, anche attraverso una campagna pubblicitaria che evidenzi i vantaggi che oggi comporta il canone concertato per chi se ne avvale (considerato che il Comune di Rimini rientra tra i Comuni italiani ad alta tensione abitativa ed il locatore può avere un consistente beneficio fiscale ai fini dell'IRPEF e godere della riduzione dell'ICI; inoltre i contratti a canone concertato godono di una riduzione della tassa di registro). In oltre va combattuto il fenomeno dell’affitto in nero che rientra, oltre tutto, nella casistica delle evasioni fiscali più gravi e dannose per la collettività. L’Amministrazione Comunale deve promuovere una cultura della legalità e deve attuare una vera lotta all’evasione anche nel settore casa, il recupero di tale gettito deve essere destinato e finalizzato alle politiche abitative. Inoltre deve vigilare sulla regolarità dei lavori pubblici in appalto in un’ottica che sia anche di contrasto al lavoro nero e per la salvaguardia delle clausole sociali.

10) Bisogna favorire l’accesso al credito e ai mutui agevolati soprattutto per le giovani generazioni, esposte anche dalla precarietà del mercato del lavoro che non garantisce una continuità reddituale.

11) Va posta particolare attenzione anche al problema degli alloggi per gli studenti universitari in considerazione dello sviluppo e della progressiva espansione della Università riminese Nell'immediato vanno realizzati progetti, anche attraverso società di scopo, per assegnare posti letto (esempio: studentati), che diano risposte alle migliaia di studenti già presenti nella nostra città e sottrarli come affermato sopra alla speculazione affittuaria e alle situazioni di indigenza che molti di loro subiscono.

12) Vanno rifinanziati i "contratti di quartiere" che, alla luce dell’esperienza, hanno dimostrato di essere validi strumenti di riqualificazione urbana attraverso progetti (nel campo dei servizi e delle infrastrutture), in grado di riconnettere le periferie al tessuto complessivo della città. Inoltre l’edilizia in regime di "autocostruzione" è una sperimentazione da accogliere e sostenere concretamente.

Quello abitativo è dunque uno di quegli elementi che si configura come "determinante" in un discorso di welfare locale e che richiede un forte intervento pubblico per superare i limiti e le inefficienze attuali. La questione abitativa, oltre ad un problema sociale dirompente per la condizione di vita di migliaia di individui, è un problema in grado di costituire un ostacolo alla crescita ed allo sviluppo di un territorio in ragione della maggiore domanda di mobilità geografica proveniente dal mondo del lavoro e dal sistema produttivo, con il concreto rischio di non saper intercettare la forza lavoro competente e necessaria o di disperdere verso altre aree le professionalità e il sapere acquisiti. La condizione abitativa diventa la condizione di una crescita determinata da un'equa e giusta coesione e integrazione sociale in quanto diritto e non privilegio o lusso.

news acura della Cgil di Rimini


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