L’equivoco “Pallaro”
Tanto rumore per nulla. L’Italiano, chiamato a testimoniare dal Viceministro, dichiara che questa volta ha ragione Danieli. Ma...
di Gian Luigi Ferretti
Domenica mattina tutti i giornali hanno riportato con grande evidenza la notizia di un “emendamento Pallaro” alla finanziaria da 14 milioni e le indignate reazioni di molti esponenti della minoranza. In evidenzia un duro commento di Gianfranco Fini: “La vicenda dell’emendamento Pallaro è un fatto di inaudita gravità . E’ la prima volta che un governo compera in modo trasparente il voto di un senatore”. Qualche giornale ha raccontato, addirittura, che sarebbe un emendamento a favore dell’imprenditoria italo-argentina. Invenzione nell’invenzione, come vedremo.
Facciamo un passo indietro: venerdì in commissione bilancio della Camera, quando il relatore alla finanziaria Michele Ventura ha presentato, fra i tanti emendamenti, quello per 14 milioni da destinare agli italiani all’estero, l’onorevole Maria Teresa Armosino di Forza Italia ha sollevato il caso e subito è scoppia la bagarre. Tutta la minoranza ha iniziato una feroce battaglia, durata tutta la notte. Per cinque ore, la Cdl ha messo in atto un duro ostruzionismo, mentre tutti i presenti si sono iscritti a parlare. Gli assenti sono stati buttati giù dal letto e richiamati al posto di combattimento. Si è gridato allo scandalo, si è parlato apertamente di “voto di scambio”.
Tanto rumore per nulla, o quasi. Di primo acchito ci tocca dare torto a Fini e ragione a Danieli che in una sua nota scrive: 'Se Fini si fosse premurato di informarsi anche attraverso gli uomini di An che siedono nel Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) avrebbe agevolmente verificato che non esiste alcun emendamento Pallaro, dato che parliamo di un testo da me elaborato, comunicato oltre un mese fa e ampiamente e da più parti commentato. Infatti, sui contenuti del testo ho informato e coinvolto i parlamentari eletti all’estero, compreso, naturalmente, come tutti, il senatore Pallaro. Tale proposta è stata poi illustrata pubblicamente oltre un mese fa, precisamente il 2 ottobre alla Farnesina, in occasione della seduta plenaria dello stesso Cgie. Peraltro, i rappresentanti del suo partito, sia in quella sede che successivamente con dichiarazioni stampa, hanno polemizzato ritenendo quello stanziamento insufficiente. Se Fini avesse letto bene la Finanziaria si sarebbe accorto che i 14 milioni di euro erano già contenuti in tabella ‘A’ del ministero dell’Economia e Finanza e avrebbe compreso come la proposta del relatore serviva solo ad allocare tali somme su specifici capitoli di spesa del Mae.
Tutto ciò è stato anche ampiamente riportato da agenzie e organi di stampa compreso il nuovo quotidiano telematico ‘L’Italiano’. Naturalmente, ci fa piacere che persino lui ritenga evidentemente ‘L’Italiano’ un giornale onesto e ben informato e non abbiamo difficoltà a riconoscere che effettivamente, nella concitazione del momento, è mancato il collegamento con chi poteva dare informazioni e delucidazioni con cognizione di causa. Ed è anche per questo che dobbiamo evidenziare come nasce questa vicenda: il primo ottobre, il viceministro Danieli incontra tutti gli eletti all’estero e li informa trionfante che nella finanziaria ci saranno 14 milioni per gli italiani nel mondo, da “spalmare” sul territorio dietro loro indicazione. Lo fa in maniera tale che i deputati e senatori presenti, sia di maggioranza che di opposizione, capiscono che ci saranno 14 milioni in più. L’indomani c’è l’assemblea del Cgie e Danieli viene smentito.
Accusato di aver tentato il giochetto delle tre carte, deve ammettere che i 14 milioni sono a parziale compensazione di tagli ai capitoli che interessano gli italiani all’estero. Il senatore Pallaro non ci sta ad essere preso per i fondelli. Così quando ‘La Repubblica’ lo intervista, dichiara in modo chiaro e tondo che se non ci saranno i 14 milioni in più lui non voterà la fiducia.
Pallaro è uno tosto e vuole a tutti i costi dimostrare cose concrete agli elettori che lo hanno mandato in Senato. Magari facessero tutti come lui. Pallaro ha le palle e non si fa fregare. Non chiede per sè, ma per gli italiani all’estero. Invece i senatori Pollastri, Turano, Micheloni e Randazzo, zitti e buoni, si apprestano ad approvare qualsiasi cosa ordini il partito, da bravi soldatini. Siccome di 14 milioni in più in reaaltà nessun ne vuol sentir parlare, scatta un altro giochino sporco: ‘Repubblica’, organo di maggioranza, la mette giù in maniera ambigua, probabilmente per fare un favore al governo. “Diamo il contentino a Pallaro - deve aver pensato qualcuno - facciamo finta che lui chieda la somma compensativa dei tagli già decisa e poi facciamolo passare come emendamento Pallaro. Lui farà bella figura e voterà la fiducia” . Ma anche questa volta il giocattolo è scoppiato fra le mani di chi non ne ha fatto buon uso. Danieli è costretto a precisare i termini della questione: i 14 milioni sono un parziale risarcimento ai pesanti tagli. E fin qui la vicenda è nota. Però, il viceministro ci deve spiegare perché questa somma, data per sicura da più di un mese, ancora non esisteva ufficialmente, tanto che c’è voluto un emendamento da far votare prima in commissione e poi in assemblea. L’onorevole Fini, da noi interpellato, dice di aver dichiarato ai giornalisti che sarebbe stato un gesto di inaudita gravità qualora il governo avesse “comprato” il voto di un senatore.
“Se così non è – afferma l’ex ministro degli Esteri – è necessario chiedere al governo non solo 14 milioni di euro, ma 20 e più. Infatti, i fondi che l’Unione vuole destinare agli italiani all’estero, sono del tutto insufficienti”.