17.02.2007
IL TEOREMA DI PIETRO di Antonio V. GELORMINI
Più tagliente di un pugnale arabo. Più penetrante di un Black & Deker. Più incisivo delle zanne di Bugs Bunny. Più diretto del TGV. Il messaggio di Beppe Grillo, che compra una pagina di Repubblica, va dritto al sodo e senza mezzi termini sostiene che Marco Tronchetti Provera e Carlo Buora “non potevano non sapere” . E se così fosse, verrebbe dimostrata un’incapacità alla guida di Telecom, che meriterebbe l’immediata rimozione dagli incarichi rispettivi.Si tratta del caso delle intercettazioni e del sistema di captazioni occulte di dati e notizie riservate, a beneficio: “Non dell’azienda”, come riportato dall’inchiesta giudiziaria, ma “di colui che in un dato momento storico ne è proprietario di controllo”.E’ la riproposta del teorema Di Pietro, efficacemente sintetizzata in una pagina “pubblicitaria”, che da sola vale i fiumi di articoli scritti a proposito, l’enorme quantità di cose dette e non dette, e che riposiziona lo spot-light dell’attenzione sui vertici di Telecom. Riportandoli nella polvere della quotidianità , mentre le ipotesi di ingresso dell’omonima spagnola Telefonica fra gli azionisti di Olimpia, li avevano innalzati sugli altari di Piazza Affari, assieme ai titoli in risalita di Pirelli e Telecom.Preso di mira sul blog di Beppe Grillo anche il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che solo qualche giorno fa si era sentito in dovere di esprimere solidarietà all’amico e al vice-presidente Tronchetti Provera, “vittima” e “parte lesa” del tormentone Telecom. L’attore genovese lo paragona a Muzio Scevola, il cui vero nome era Muzio Cordo, giocando di fino sull’assonanza dei nomi e paventando un sacrificio forse non preventivato.L’azionista ha colpito ancora. Ora, con l’iniziativa chiamata “Share Action”, invita gli altri piccoli ad affidargli la delega alla prossima Assemblea, col preciso obiettivo di dimissionare l’intero Consiglio di Amministrazione in carica.
(gelormini@katamail.com)
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