E’ assai probabile che il bersaglio di breve periodo della Cei sia il costituendo Partito Democratico, ma c’è di più, molto di più.
Sono due i modelli storici di rapporti della Chiesa con il potere politico. Uno è quello di Calo Magno, che è durato fino al 1918 con la caduta degli Asburgo, e l’altro è quello dell’Impero Romano, durato fino a Costantino.
Nel primo c’è uno strettissimo legame tra potere e Chiesa cattolica e/o Ortodossa. Il Cristianesimo fa da retroterra culturale al potere politico e ne ha in cambio la protezione, anche formale del proprio status. Nel secondo c’è una parità sostanziale di tutte le culture con uno Stato laico che pone tutti sullo stesso piano.
Nel primo caso la Chiesa è fatta da "amministratori" della fede, nel secondo da "missionari"; nel primo si nasce cattolici, nel secondo è una conquista.
Una riprova? Quali sono i confini dell’Europa? Per la Chiesa dall’Atlantico agli Urali, e ovviamente la costa Nord del Mediterraneo. Per Bruxelles il Mediterraneo non è più un confine, ma un mare interno perché il progetto dell’Unione Europea coinvolge anche i Paesi del Nord Africa e, non a caso, la Turchia.
Dunque si prospetta una Chiesa che deve riformare radicalmente il proprio essere, da protetta è costretta a diventare missionaria. Un salto enorme, soprattutto per quella Italiana, che cancella quasi 17 secoli di storia, da Costantino ad oggi.
A mio parere, qui sta il nocciolo vero della questione. Una Chiesa Italiana che si è riparata a lungo dietro la figura di grandi Papi, ma che non ha saputo, e/o voluto, leggere i segni della storia, come in altre occasioni ha saputo fare con superba autorevolezza.
Non è un caso infatti che gli osservatori più attenti, constatano l’aggressività della Gerarchia Vaticana, e l’indifferenza, quando non la condivisione dei Dico, delle varie comunità sparse per la penisola.
Piero Bargellini