17.03.2007
Lettera Aperta
Caro Direttore
mi permetta, attraverso questa lettera aperta, di parlare ai suoi lettori.
Vorrei iniziare ricordando un episodio di quasi due secoli fa: era il 1834 quando, a Parigi, un giovane intellettuale cattolico, professore di diritto alla prestigiosa Università della Sorbona, scriveva e teneva conferenze sul tema della politica e dell’impegno sociale…
In queste conferenze, sosteneva che «la questione non è più politica ma sociale: vi è una piccola classe di individui che hanno tutto e che, con l’arroganza dell’oro, vogliono sempre di più; e – dall’altra parte – vi è una classe formata da una moltitudine di persone che non hanno niente, e che sono pronti a tutto pur di avere qualcosa. Lo scontro fra queste due armate classi è inevitabile; noi cristiani dobbiamo metterci fra le armate sponde, non tanto per evitare lo scontro quanto per attutirlo».
Queste parole sono di Federico Ozanam. Anche al lettore più distratto non sfugge l’attualità del ragionamento, e ancora oggi la situazione nel nostro paese – che ha me piace ancora definire “Bel Paese” – e nel mondo non è diversa da quella descritta da Ozanam
Eppure, attraverso i mezzi d’informazione, giornali e televisioni pubbliche e private, la classe dirigente si accapiglia per temi che nulla hanno a che vedere con i veri problemi dei cittadini; di quei cittadini che faticano ad arrivare alla fine del mese, che faticano a trovare lavoro, casa, asilo o scuole. Quei cittadini che, se si ammalano, non sanno dove curarsi.
La distanza fra la nostra classe dirigente e i cittadini che lavorano, producono e che credono ancora nelle istituzioni si è fatta enorme. Una frattura che noi cittadini credevamo di aver accorciato con il referendum sul voto maggioritario e uninominale. In quella primavera legislativa, il 97% degli italiani aveva detto “sì” alla possibilità di scegliere una persona, di semplificare la democrazia e di partecipare attivamente alla vita politica nei partiti, stravolti da tangentopoli. Bene: quel 97% dei cittadini è stato tradito dall’introduzione, di notte, della quota del 25% proporzionale. La risposta civile e composta dei cittadini è stata la non partecipazione alle successive consultazioni referendarie; non ci abbiamo più creduto, se non quando la Costituzione è stata messa in discussione: allora, con il senso civico che contraddistingue il popolo italiano, siamo andati a votare, a difendere la Costituzione di La Pira, di De Gaspari di Togliatti e delle migliaia di morti che un’orrenda guerra aveva causato. Ma il tradimento del dettato costituzionale – che dà a noi cittadini la facoltà di scegliere i nostri rappresentanti – ha raggiunto il culmine con l’attuale sistema elettorale, il proporzionale con lista bloccata. È davvero troppo.
Per questo, noi cittadini – fuori dai partiti e per ridare dignità a tutti i partiti – abbiamo presentato una legge d’iniziativa popolare per introdurre le primarie aperte in ogni grado elettivo.
Vogliamo il rispetto della nostra Costituzione; senza formare nuovi partiti, vogliamo fare politica negli attuali partiti, vogliamo essere noi a scegliere chi candidare e a decidere se proporci in prima persona all’esame elettorale. E non vogliamo essere costretti a votare nomi sconosciuti, persone che non sappiamo da chi sono state candidate né perché. Niente candidati a Catania provenienti da Milano, o a Civitanova delle Marche provenienti da Bolzano. Niente elenchi di nomi che sono estranei ai cittadini, vogliamo essere – come dice la Costituzione – un Popolo Sovrano. Per questo, in tutta Italia sono nati i comitati “Verso l’Italia delle Primarie” e i comitati de “La spedizione dei 1001”; come i garibaldini, gireremo le piazze italiane a raccogliere firme, perché i nostri partiti devono tornare a confrontarsi con noi cittadini ed essere il nostro strumento per fare politica. Siamo noi cittadini che diamo la delega agli eletti, e saremo noi a scegliere chi candidare. Noi tutti italiani, compreso te, deputato, senatore, presidente, sindaco o consigliere, siamo il popolo sovrano e ora ce lo siamo ricordato.
Chi vuole saperne di più, può visitare il sito www.laspedizionedei1001.it, o prendere informazioni ai tavoli organizzati dai volontari della campagna “Verso L’Italia delle Primarie”.
Grazie dell’ospitalitÃ
Umberto Calabrese, Coordinatore Nazionale della campagna “Verso L’Italia delle Primarie”
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