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Nasce la confederazioni giovani professionisti |
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13.10.2006
Gli ordini sono solo un vecchiume
Nasce la Confederazione dei giovani professionisti - avvocati, farmacisti, ingegneri, architetti - tutti a favore del decreto Bersani. Libertà , liberalizzazione e gioventù sono le tre parole chiave. Qualcuno, un po' più maligno, potrebbe pensare che sputano nel piatto dove mangiano, eppure questi ragazzi – alcuni nemmeno più giovani - sfidano, a testa alta, gli stessi Ordini di cui fanno parte. Oggi a Roma si sono riuniti per dare alla luce questa nuova Confederazione, che raggruppa Anpa (Associazione nazionale praticanti e avvocati), Ape (Associazione professionisti europei), Codiarch (Comitato di difesa degli interessi degli architetti) e Mnlf (Movimento nazionale liberi farmacisti).
Vogliono che gli Ordini si preoccupino solo di deontologia e lascino la rappresentanza dei professionisti nelle mani di enti a iscrizione volontaria. Vogliono abolire il numero chiuso e aprire la strada ai ragazzi che in questi mestieri ci credono ancora. Di tariffe minime e massime obbligatorie non vogliono sentir parlare. E vorrebbero costituire società di professionisti, anche con l'apporto di capitali. Per questo difendono il decreto Bersani con le unghie e con i denti e se la prendono con il Cup (Comitato unitario delle professioni), che oggi è sceso in piazza a Roma per protestare proprio contro le disposizioni a firma Bersani. «Il Cup non è rappresentativo - tuonano i rappresentanti delle varie associazioni professionali - dicono di portare la voce di due milioni e mezzo di professionisti, quando in realtà oggi nel corteo saranno sì e no 20 mila persone».
«I loro stessi iscritti non li seguono - dice l'avvocato Gaetano Romano (Anpa) - perchè non li riconoscono. Questa manifestazione è stato un vero flop». «E' come sei i calciatori scendessero in piazza dicendo di rappresentare tutti i tifosi. Ecco noi siamo i tifosi e non stiamo in piazza», afferma l'architetto Andrea Bonessa (Codiarch), felice di aver portato a casa un successo: la defezione degli architetti milanesi al corteo di oggi.
E, incredibile ma vero, ci sono pure farmacisti favorevoli alla liberalizzazione. «Per noi il decreto Bersani è uno spiraglio in una porta blindata - dice Fabio Romiti (Mnlf) - aboliamo il numero predeterminato delle farmacie e lasciamo che i farmaci vengano venduti anche in altri esercizi». E pure gli ingegneri dell'Ape sono a favore delle liberalizzazioni. Basta col vecchiume, «dobbiamo dare coraggio ai giovani, non bloccargli l'accesso» sbotta Elena Zunino. Insomma, «dobbiamo evitare che l'Italia diventi il paese degli orticelli - dice l'avvocato Riccardo Cappello (Agiconsul) - dove ognuno coltiva il suo orto e non si interessa degli altri.
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