29.12.2006
REGISTI E ATTORI MASCHILI ALLA 63. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA.
La particolare scelta di personaggi maschili di rilievo presenti nel 2006 a Venezia cade sugli uomini del re, cioè del cinema, l’autentico re del Festival del Lido di Venezia, padre di tutti i Festival cinematografici e vero banco di laurea per registi, attori e sceneggiatori.
Si incontrano per primi tre uomini della giuria.
Il californiano Cameron Crowe , dopo il precoce successo passò attraverso la regia, la sceneggiatura e la recitazione. Nel 2000 con “ Quasi famosi” si aggiudicò un Golden Globe e un Oscar per la miglior sceneggiatura e approdò a Venezia nel 2005 con “Elizabethtown”.
Lo spagnolo Bigas Luna, pittore e regista d’avanguardia dagli esiti sperimentali sorprendenti, vincitore a Venezia nel 1993 (Leone d’argento) e nel 1994 ( Osella d’oro), firmò in Italia nel 1996 “Bambola” con Valeria Marini.
Il notissimo italiano Michele Placido ha una lunga carriera di attore cinematografico e teatrale, ed è stato valente regista e autore di “Piovra” ( 1984-89 ), una delle più popolari fiction televisive italiane. Sanguigno e versatile ha lavorato con Monicelli, Bellocchio, Citti, Rosi, Ferreri. Sensibile e coraggioso di fronte ai problemi sociali ( “ Un eroe borghese” del 94 e “ Del perduto amore” del 97) ha presentato a Venezia “ Un viaggio chiamato amore” nel 2002 e “Ovunque sei “ nel 2004. Nell’anno successivo con “ Romanzo criminale” da lui diretto ottenne 5 Nastri d’argento e 8 David di Donatello.
Altri registi non membri della giuria, erano presenti al Festival di Venezia 2006 con i loro ultimi film.
Gian Luca Maria Lavarelli, torinese, autore di cortometraggi ( si ricordi quello per la TV su Paolo Borsellino del 2004) produsse nel 1994 il primo lungometraggio “ Portami via”, già visto a Venezia.
Quest’anno ha presentato “ Non prendere impegni stasera”, storie intrecciate di quattro coppie sullo sfondo di una Roma amara. Fra gli attori presta la sua interpretazione Alessandro Gassman, attore di professionale sensibilità . Domina la scena del film la città con la sua trama di strade, di piazze, di abitazioni, di negozi, di bar e di autobus. In questa rete metropolitana si muove la gente, molta gente, storie infinite. Che cosa conta per ogni individuo l’amore che nasce, si consuma, muore? Può avvicinare questi individui e trasformarli in persone?
Tutt’altro orizzonte si apre nel bel film di Vittorio De Seta “ Lettere dal Sahara”. Il famoso regista palermitano , autore di documentari di forza straordinaria negli anni 50, si aggiudicò nel 1961 il Premio Opera Prima alla Mostra di Venezia con “ Banditi a Orgosolo”, esaltando l’esplorazione della realtà sociale. Quest’anno il Moma lo ha celebrato con una personale completa a New York.
Con l’ultimo film De Seta ha trattato lo scottante tema attuale dell’immigrazione in Italia e delle ardue esperienze d’integrazione di un senegalese musulmano, Assane, interpretato da Djibril Kebe, un giovane che rompe gli studi e approda col barcone dei disperati a Lampedusa. Le speranze del clandestino vengono infrante da un gruppo di balordi razzisti. Tornato in Senegal sconfitto e frustrato, Assane ritroverà la sua identità per merito del suo vecchio professore. E’un film intenso e importante per la missione educativa, che il regista conduce da maestro.
Il film “ La stella che non c’è” di Gianni Amelio ci riconduce al regista dell’indimenticabile “ Le chiavi di casa” , presentato a Venezia nel 2004.
Sergio Castellitto, accanto alla giovane cinese Tai Ling, affronta con la ben nota bravura un inconsueto problema ispirato dal romanzo “ La dismissione” di Ermanno Rea.
Nel film vediamo un italiano straordinariamente positivo e buono, che si immerge in un paese all’avanguardia nello sviluppo economico. Vincenzo Buonavolontà da solo cerca di rimediare ad un errore tecnologico, che potrebbe costare la vita a molti operai cinesi, partendo dall’Italia e girando per l’immensa Cina senza arrendersi in un paese sconosciuto.
Commenta Gianni Amelio: “ Vincenzo è un uomo controcorrente che, spinto da un forte sentimento etico e morale, si oppone ad un certo modo di vedere le cose molto cialtronesco, tipico della nostra società occidentale” Per un uomo che crede nei valori fondamentali, il premio finale sarà la scoperta della tenerezza con l’amore per la giovane accompagnatrice.
Va ricordato anche il ritorno quest’anno a Venezia , dove ottenne il Leone d’oro alla carriera, dell’intramontabile regista portoghese Manoel de Oliveira, sempre tonico e vitale a 98 anni,
con il film “ Belle Toujours”, che rivisita il famoso “ Belle de jour” .
A proposito l’enigmatica interprete di allora, Catherine Deneuve, è stata la presidente della giuria della 63. Mostra del Cinema 2006.
Privato della partecipazione della Deneuve, ma non di quella di Piccoli, il magico regista ha fatto rivivere trent’otto anni dopo la coppia con gli attori Bulle Ogier e Michel Piccoli,come se i personaggi volessero ritrovare il loro segreto. Ma invece essi s’incontrano e si ripudiano, come dice de Oliveira, nel corpo e nell’anima.
Il ritratto di questi uomini veri e la presentazione della loro opera, testimoniano le loro capacità di affrontare con sensibilità e intelligenza gli scogli più pericolosi, anche perché a volte sommersi, nel mare inquieto della nostra epoca.
Anna Paola Zugni-Tauro
Venezia 19 ottobre 2006-10-19
Prof. Anna Paola Zugni-Tauro
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