Venerdì 10 marzo 2006, Nuovo Teatro Nuovo di Napoli
Scemo di guerra di Ascanio Celestini
Il 'popolare' affabulatore e cantastorie ascetico, racconta con il suo linguaggio semplice e raffinato, una storia fuori dalla Storia ufficiale
Gli eventi tragici della guerra segnano i nostri ricordi, perchè hanno segnato la vita delle persone cui abbiamo voluto bene. Un ricordo collettivo che si tramanda attraverso le emozioni che ha suscitato. Le emozioni si mescolano con i ricordi, i ricordi sbiadiscono, su di loro si innestano le fantasie, fino a formare una materia nuova, fatta di accadimenti, affetti, invenzioni. Questa è la tela tessuta da Ascanio Celestini nello spettacolo Scemo di guerra - Roma, 4 giugno 1944, che sarà in scena da venerdì 10 marzo 2006 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 19), al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, presentato da Fabbrica e La Biennale di Venezia.
Da solo, sul palco, con poche fioche luci attorno. Sono le luci deboli che la nostra immagine puo' attribuire ai nostri genitori, nonni che hanno attraversato gli anni della guerra. La narrazione è onirica, quasi ipnotica, la narrazione diventa surreale. A distanza di tanti anni dagli avvenimenti è vitale scoprire nuovi modi di narrare il nostro passato. Senza didascalie, senza eroismi, partendo e restando alle vicende degli individui che la Storia fanno e tramandano. Partendo dalle memorie paterne, Celestini rievoca, con l'ormai ben nota perizia affabulatoria, alcuni momenti tragici vissuti durante la seconda guerra mondiale - in particolare durante l'occupazione nazista - dal popolare quartiere romano di San Lorenzo, come il bombardamento alleato e il rastrellamento tedesco del Quadraro.
Lo fa attraverso il racconto del giorno della liberazione, vale a dire il 4 giugno del 1944.
Questa non è l'esaltazione di un eroe di guerra ma di un folle, forse realmente incontrato dal padre di Ascanio, forse trasformato dalla sua fantasia, dalla distorsione del tempo. Probabilmente il materiale surreale soverchia alquanto il dato reale che pure necessita di essere rievocato, ma Celestini è bravo e confortante nell'infondere energia alla Storia, rendendola cosa viva.
Il narratore inizia ricordando i racconti di guerra del padre Nino, e si conclude facendo sentire la sua voce registrata. Fra queste parentesi aperte, che invece di conchiudere lo spettacolo lo mettono a contatto con la persona di cui parla e da cui procede, assistendo alla graduale trasformazione della memoria in fiaba della grande Storia.
Ci sono i morti che resuscitano, la partizione rituale del maiale (che però non giunge a buon fine), le immagini guida, la mise en abîme del racconto per cui il narratore racconta di uno che racconta. In Scemo di Guerra, la loro dislocazione costruisce un intreccio di narrazioni che risolve la vicenda in un passaggio di testimone dall'uno all'altro narrante, mentre le sfalsature della realtà rispondono alla natura morale della fiaba, che, qui, non è esplicitata in forma di sentenza, ma si traduce in immagini che rendono universale il messaggio.
Scemo di guerra - Roma, 4 giugno 1944, di e con Ascanio Celestini
Napoli, Nuovo Teatro Nuovo – dal 10 al 19 marzo 2006
Info e prenotazioni ai numeri +39081406062 +39081425958 email info@nuovoteatronuovo.it
internet www.nuovoteatronuovo.it Inizio delle rappresentazioni ore 21.00 (feriali) e ore 18.00 (domenica).