5.12.2003
dall'unione sardfa cronaca di olbia del 5122003
Mentre si organizzano nuove proteste |
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Il leader dell’opposizione: «Il sindaco è bugiardo» |
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Ha definito la base americana di Santo Stefano una sorta di Guantanamo sarda. «Mi riferisco alla segretezza, alla inaccettabile condizione off limits che non permette a nessuno di sapere». Ci va pesante Pierfranco Zanchetta, leader dell'opposizione. Al sindaco, che accusa lui e compagni d'aver distrutto l'immagine-cartolina della città , replica con parole calibro 9: «Restituiamo al mittente. Il vero danno è lei, il sindaco: inadeguata al ruolo, si muove come un podestà ». Casomai non bastasse, c'è un'ulteriore precisazione: «È bugiarda. Ha mentito. Ha saputo subito dell'incidente al sommergibile Usa ma s'è ben guardata dall'aprire bocca». A prescindere da questa polemica, Zanchetta propone di rigettare il piano di ampliamento della Base partendo da un dato importante: «La Ue parla di esercito europeo, di sistemi di difesa comunitari: che c'entrato gli Stati Uniti?». Alleanze di governo a parte, pesa la paura del nucleare e l'invadenza americana: «E' in corso un processo di svuotamento dell'identità locale. Tra militari e civili, si contano circa cinquemila persone. Se riescono ad ottenere quello che chiedono, diventeranno più numerosi di noi. Questione di pochi anni e quest’isola sarà un’altra stella della bandiera Usa».
Atmosfera sempre più pesante |
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Ora tuona anche la destra «Americani arroganti» |
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Atmosfera pesante. Erano vent'anni che nessuno protestava contro la presenza americana. L'altra domenica sono scese in mare settanta imbarcazioni: slogan di memoria sessantottina, bandiere dei quattro mori. E partecipazione straordinaria di insospettabili. Italo Madrau, militante di An, grande supporter del sindaco, c'era: e gridava come tutti via gli Usa da La Maddalena. In piazza Rossa, tra i tavolini del suo bar, spiega le ragioni di un dissenso trasversale: «Ci hanno stufato, gli americani. Sono arroganti, fanno quello che gli pare. Circolano con auto che non hanno assicurazione. Se fanno incidenti, spariscono. Parcheggiano dovunque, e multe non ne pagano. Di notte si ubriacano e aggiungono danno al danno». Forse Madrau non lo sa ma nelle dichiarazioni programmatiche, Rosanna Giudice non aveva detto cose molto diverse. Parlando di turismo, per esempio: come si può conciliare l'immagine ambientale, lì di fronte a Caprera, con le barriere galleggianti poste a protezione della base di Santo Stefano? Il misterioso boato del 20 ottobre e l'incidente di cinque giorni dopo ha innescato una reazione senza precedenti. Tuonano, insieme alla sinistra che non ha mai smesso di mugugnare, uomini di destra e vecchi democristiani. Protesta la Margherita e un Comitato spontaneo si prepara ad organizzare manifestazioni pubbliche. Fabio Canu, che organizza la rivolta e proiezioni di cinema d'autore: «Non è vero che ci stiamo accorgendo tardivamente della presenza americana. È che la situazione, rispetto a trent'anni fa, rispetto alla logica dei blocchi contrapposti Usa-Urss, è profondamente mutata». Tanto più che i benefici di questa incredibile servitù militare si sono rivelati spiccioli: gli euro degli affitti. E basta: perché la base statunitense compra tutto lontano dalla Sardegna. E ora chiede pure di allargarsi: 52mila metri cubi a Santo Stefano e altri centomila per realizzare sedi logistiche. Che fare? C'è maretta. Un fronte molto ampio punta alla mobilitazione e chiede le dimissioni del sindaco, colpevole di non aver informato la popolazione e di essere pericolosamente sensibile al grido mattonaro lanciato dal comandante della base, mister Gardener. Il quale non si è limitato a presentare un progetto sui nuovi spazi da acquisire ma ha perfino fatto osservazioni al Piano urbanistico. Come un qualunque cittadino, insomma. L'isola che vorremmo: a stelle e strisce, of course. E il sindaco? Tiene botta, querela chi la definisce bugiarda: «Io non ho mai mentito. Provatelo e mi dimetterò».
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