8.06.2007
Province rivierasche a Piacenza
Primi fondi del Governo per il Po
Probabili 200 milioni€: evitare l’esclusione di Cremona e Lodi
La Consulta delle province del Po ha presentato al Ministero per lo Sviluppo Economico il programma operativo dedicato al “grande fiume”: a breve, nella conferenza Stato-Regioni, si deciderà l’importo da stanziare per progetti e azioni di sistema per tutto il bacino.
Siamo, quindi, al primo importante traguardo, dopo il pre-congresso del Po a Cremona tenutosi lo scorso febbraio per il sodalizio delle 13 Province, iniziato con la sottoscrizione di un protocollo di intesa nel 2005 sulla sicurezza delle popolazioni rivierasche.
Il primo documento del programma di azioni, con relativo quadro conoscitivo, prevede anche interventi sul piano del riassetto idraulico, della rinaturazione ambientale, della navigazione, della tradizione culturale- turistica nonché della governance e sviluppo reti.
“La Consulta nata nel ’91, con una impostazione dedicata al riassetto idrogeologico, ha ampliato le proprie funzioni e propositività , occupandosi ora di sviluppo di politiche integrate – ha precisato l’on. Gianluigi Boiardi, presidente della Provincia di Piacenza –Il nostro modo di lavorare è stato apprezzato anche dall’VIII Commissione della Camera, poichè lega le province di 4 regioni diverse, con interessi e bisogni comuni”.
A breve, nei fondi Fas (fondo aree sottoutilizzate), che sono fondi strutturali con programmazione di 7 anni (2007-2013) ed ammontano complessivamente, per tutto il centro nord, a 3,5 miliardi di euro, potremmo vedere candidati i nostri progetti, che richiedono, ad una prima stima, ben 700 milioni di euro. La parola ora passa alle Regioni ed allo Stato, dopo un primo, informale, parere favorevole del Ministro Bersani.
Ha concluso Boiardi: “Dal ’27, data del primo congresso a Piacenza, molti problemi di allora sono rimasti irrisolti, ripresentandosi in termini più critici ad oggi. Ecco perché il Po è una questione nazionale ed, anche, europea che richiede interventi urgenti”.
Il presidente della Provincia di Cremona, on. Giuseppe Torchio ha precisato come: “Lo stato di avanzamento progettuale è buono ed è stato portato recentemente al Senato, alla presenza del presidente della XIII Commissione Sen. Sodano, che ha mostrato grande attenzione. Sicuramente c’è una certa percezione del valore e del ruolo dell’Autorità di Bacino, ma permane il tentativo di alcune regioni di affrontare il problema in modo non coordinato”.
Ha continuato Torchio: “Non vogliamo una governance frammentata, ma unitaria del bacino e dei territori del Po, sia a livello amministrativo che istituzionale. Dall’Aipo all’Intesa delle Regioni per la navigazione interna ci si dovrebbe muovere in tale direzione,
Non servono azioni frammentate sul Po né finanziamenti a pioggia: convertiamoli in altre azioni centrali per lo sviluppo dell’asta fluviale nel suo complesso, in modo integrato e partecipato”.
Conclude: “Occorre una messa a punto. La Regione Lombardia ha mostrato una concreta sensibilità per tutto il lavoro fatto, ma occorre che i fondi Fas non vadano solo ai territori ex zone obiettivo due, escludendo in tal modo totalmente Cremona e Lodi, che hanno già beneficiato di importanti risorse nella passata programmazione europea. Il problema del Po va affrontato nella globalità e per tutte le sue criticità : non può assumere una valenza europea solo in negativo per i Nitrati, ma in positivo anche per la navigazione, attraverso il progetto Naiades. E’ auspicabile che il Ministro Bersani nel corso della sua assemblee industriali di Cremona e Piacenza lunedì prossimo porti concrete notizie al riguardo. Sarebbe una gran bella giornata”.
Comunque le 13 province del Po non vogliono lasciare perdere l’occasione e si sono già mosse presso il Governo ed i Presidenti delle quattro Regioni interessate perché la questione Fas possa trovare adeguata copertura.
Di parere unanime i rappresentanti delle Province di Ferrara, Rovigo, Parma, Piacenza, Pavia, Cuneo, Torino, Alessandria e Lodi, presenti all’incontro: le Regioni devono fare quadrato sul rilancio del Po in termini economici, ambientali, infrastrutturali e turistici.
Al contempo è ormai non più prorogabile la definizione di un soggetto di governo unitario su tutto il bacino padano-veneto.
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