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Corteo Nazionale contro il ponte sullo stretto di Messina
23.07.2005
 

PONTE NO: FERMIAMOLI ADESSO IL 6 AGOSTO A MESSINA CORTEO NAZIONALE CONTRO IL PONTE SULLO STRETTO

Nonostante le debacle elettorali ed i fallimenti economici e sociali la compagine governativa continua a proporre l’operazione ponte sullo stretto come copertura di quella totale assenza progettuale per il meridione che giunge fino al delirio di pensare alla messa in vendita delle spiagge. In questi anni di mobilitazioni e lotte contro il mega-mostro abbiamo ampiamente messo in luce tutti i disastri che l’opera provocherebbe. Lo abbiamo fatto con dovizia di particolari e sostenuti da un coinvolgimento popolare crescente.

Dal 1° campeggio di lotta contro il ponte sono passati tre anni. Allora, intuendo che si poteva passare dalla fase della convegnistica all’iniziativa di piazza, investimmo tutte le nostre energie in un progetto che si è, poi, rivelato fondato, tant’è che le dimensioni delle manifestazioni hanno avuto una crescita esponenziale. Da quel primo momento sono cambiate tante cose. Sono nati comitati, reti, movimenti come espressione di una posizione anti-ponte che si andava consolidando. Alcuni settori della stessa classe politica che al livello nazionale si esprimono in favore alla costruzione del ponte, in riva allo stretto si scoprono difensori del territorio. Sintomo che il peso elettorale del “no ponte” è cresciuto? Chissà che anche questo non possa essere utile alla causa! Noi ci siamo sempre opposti alla prospettiva della devastazione ambientale e sociale che verrebbe causata dalla costruzione del ponte con la stessa determinazione e con lo stesso spirito con cui ci opponiamo alla politica di riduzione dei diritti sociali, all’aggressione alle garanzie del lavoro, allo smantellamento dello stato sociale.

La legge Bossi-Fini, i centri di permanenza temporanea (veri e propri lager per i migranti), la legge 30 che aggrava il processo di precarizzazione del lavoro fino a disegnare uno scenario da nuovo caporalato, lo scippo del tfr, le privatizzazioni, la distruzione di scuola, università e sanità pubbliche, la dissennata politica di smaltimento dei rifiuti che dissemina il territorio meridionale di termovalorizzatori, lo scempio del ponte sullo stretto sono aspetti diversi di una politica unica che mescola neoliberismo di quart’ordine e speculazione.

Per questo la battaglia contro la costruzione del ponte non può non essere inscritta dentro un percorso di resistenza che sappia contrapporre i diritti delle popolazioni meridionali e dei loro territori alla smania profittattrice delle consorterie politico-affaristico-mafiose. D’altronde le ultime inchieste in ordine di tempo, quella della procura di Roma che ha svelato il tentativo di Cosa nostra e ‘ndrangheta di mettere le mani sull’affare ponte e quella relativa all’operazione “gioco d’azzardo”, disegnano un intreccio di interessi che attraversa nel nostro territorio poteri politici, imprenditoriali, giudiziari, criminali e ci danno il quadro dell’ambiente pronto ad accogliere il flusso di miliardi destinati alla mega-opera. Questa potrebbe essere l’ultima estate prima dell’apertura dei cantieri. E’ importante, quindi, fermarli adesso.

Per questo la RETENOPONTE2005 si fa promotrice di un percorso di iniziative e mobilitazioni che culmineranno con una manifestazione il 23 luglio per le strade di Faro e con il 4° corteo nazionale contro il ponte il 6 agosto per le strade del centro di Messina.

Fonte: http://www.girodivite.it/breve.php3?id_breve=1145

Ancora: http://www.legambientemessina.org/modules.php?name=News&file=article&sid=87

Nuova Ecologia: http://www.lanuovaecologia.it/ecosviluppo/grandi_opere/4478.php


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