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Socializzare Assemblea Nazionale Movimenti Valsusa |
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29.07.2008
E' importante socializzare in rete il dibattito dell'Assemblea nazionale dei movimenti che si sono appena confrontati in Valsusa a Venaus: nell'auspicio che seguano i report degli altri interventi, in allegato il contributo da Alessandria dove il progetto TAV Terzo valico dell'appennino ligure piemontese attenderebbe solo il finanziamento.
<<Abbiamo detto che siamo venuti qua a Venaus da molte parti d'Italia per disegnare il possibile futuro dei movimenti. Ebbene, dubito che le lotte in corso, a cominciare da Tav e Dal Molin, possano vincere se affidate solo allo scontro fisico. Decenni di battaglie dei movimenti nei confronti dei progetti che i partiti portano avanti per conto degli industriali ci hanno infatti dimostrato che i politici ritirano i progetti se e quando temono di perdere i voti. Quando (ad esempio Val Susa e Vicenza) i maggiori partiti non temono di perdere i voti a favore del concorrente perchè fra loro sono d'accordo, mentre i partiti minori sono ininfluenti: abbiamo visto che non hanno ragione di ritirare il progetto (al peggio, aumentano le astensioni).
In questi frangenti, le ipotesi sembrerebbero tre: A) i movimenti vincono con la forza, "militarmente", impedendo fisicamente i progetti; B) i movimenti perdono; C) i movimenti, presentandosi direttamente con proprie liste, portano via voti a tutti i partiti.
Nell'ipotesi C), i movimenti non cessano la loro natura, possiedono solo uno strumento di lotta in più.
Se i movimenti locali sono uniti in un unico movimento nazionale: sono più forti, che decidano o no di ricorrere allo strumento liste. Nel caso decidano di ricorrere a questo strumento: sono dunque più forti se riescono a coalizzarsi, a "federare" le liste locali in un nuovo soggetto politico nazionale.
Vediamo se questi concetti reggono nell'esperienza concreta. Esempio: No Dal Molin a Vicenza.
1) I No Dal Molin hanno scelto di non delegare ma di rappresentarsi direttamente alle ultime elezioni con una lista locale. Una scelta locale, non concordata con i movimenti italiani, non imitata significativamente. La lista ha appoggiato e determinato la vittoria di un candidato sindaco.
2) I No Dal Molin puntano in autunno al referendum cittadino indetto dal sindaco. Sì o no alla base. Riducono cioè il problema nazionale ad un problema locale. Avverrà nel referendum che a) se vince il "no base", i partiti replicheranno che non vale, è una questione nazionale; b) oppure, se vince il "sì base" dimostreranno che è antidemocratica ogni ulteriore resistenza, peraltro a quel punto assai improbabile degli altri movimenti nazionali emarginati.
Morale della favola: non sarebbe stato meglio se la lista No Dal Molin fosse stata una articolazione dei movimenti nazionali e non avesse puntato tutto sul referendum locale?
Una morale che non potrebbe mai interessare agli anarchici: sbagliata la lista No Dal Molin. Ma agli altri? Personalmente non credo più nell'ipotesi A), scandaglierei l'ipotesi C) dello strumento di lotta in più, piuttosto che dedicarsi alla ginnastica movimentista con la vocazione del perdente (ipotesi B) >>.
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