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Genova.Non è soltanto Villa Rosa a capitolare. |
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6.08.2008
Non è soltanto Villa Rosa a capitolare. Siamo tutti noi, cittadini comuni.a dover riflettere per l'ennesima volta su qualità e conseguenze del nostro vivere, delle nostre scelte, della nostra amministrazione. E' il buon senso, il rispetto per le persone e l'ambiente, il concetto stesso di bellezza e di giustizia ad aver perso. E' il dialogo democratico ad uscire sconfitto. A Pegli come in tutta la Liguria. "...dove nell'ultimo decennio le leggi regionali, molto rigide e applicate con severità in passato, sono eluse e aggirate attraverso le conferenze dei servizi, le varianti ai piani territoriali, regionali, comunali e di altri enti...". Dove le regole ci sono ma non vengono applicate perchè siamo circondati da "varianti". Mi chiedo cosa racconteranno da grandi ai propri figli quei bambini che con tutto il cuore insieme alle loro famiglie hanno difeso fino all'ultimo il proprio diritto allo studio. Al gioco. Al verde. Alla serenità . E hanno dovuto subire invece l'assalto delle ruspe. In un assurdo ribaltamento di termini e di principi. Chè la coscienza fa fatica a comprendere il perchè siano sempre i buoni - simbolicamente in catene - ad essere trattati come cattivi in nome del dio danaro. Eppure non si tratta di un film. Mi chiedo cosa avranno pensato dell'accaduto Burlando e Scajola. Sempre che abbiano pensato qualcosa. Mi chiedo se il titolare dell'impresa comincerà ad avere sonni agitati. Meglio sarebbe stato inoltre che il sindaco Vincenzi mantenesse per l'occasione uno stretto riserbo sulle propria mancata discontinuità invece di sottolineare con le parole l'ennesima sconfitta della cittadinanza ad opera di una politica bipartisan. Quel prendere "possesso" (vedi articolo) poi dà tutta la dimensione di una amministrazione - passata e presente - completamente "impotente" (tanto per usare un termine cortese) di fronte ad un "mercato" aggressivo che non guarda in faccia niente e nessuno. Che in Liguria in soli 15 anni ha riempito di cemento il 45,55 % di un territorio minuscolo. Allora, per una volta, chuso nel segreto dei propri pensieri, lontano da partiti, comitati, caste, associazioni, ecc., ciascun cittadino rifletta se sia ancora disposto a votare, alla prossima tornata, un politico qualsiasi per una promessa qualsiasi tutta da mantenere. Il grande difetto italico. Non barattare la propria indignazione e il proprio senso di giustizia per un piacerino futuribile - uno di quelli che da sempre alla gente fa tanto comodo per "tirare avanti" - è il passo fondamentale per assumersi le proprie responsabilità - personali e sociali - in toto. Perchè consorterie, fiancheggiamenti, clientelismo, ruberie, malaffare e sperperi - e anche un parcheggio che viola una villa meravigliosa patrimonio della società civile genovese - passano prima di tutto dalla coscienza di ciascuno. Se creiamo "un deserto di coscienze attive" intorno alla politica e alle lobby di potere esse non avranno più di che alimentarsi. E si potrà riparlare di Democrazia. Emilia Parodi Pedrina
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