19.10.2003
La cronaca nazionale ha riportato con grande rilevanza gli arresti a Brindisi del Sindaco Antonino e di altri politici ed imprenditori. A molti non sarà sfuggito che un ruolo centrale nell’indagine in corso è rappresentata dalla Centrale a carbone di Brindisi Nord.
E’ da oltre vent’anni che qui a Brindisi si denunciano le conseguenze negative di questi mega-insediamenti e non solo per i rischi per la salute. Il “Forum Ambiente Salute e Sviluppo” ha concorso con altri a mantenere sempre viva questa lotta e proprio 11 mesi fa scriveva – inascoltato – ciò che poi sembra realizzarsi ora. La nota che segue vuole utilizzare la maggiore “sensibilità ” di queste ore per offrire una lettura politica (e non giudiziaria ovviamente) dei fatti.
La metto a disposizione della “rete” per chi vuole farla ri-girare o pubblicare ovunque o per chi voglia solo capirne un po’ di più.
Giancarlo CANUTO –A SINISTRA Movimento Politico Antiliberista- BRINDISI
Nota Stampa del FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO c/o studio avv. Carlo De Carlo - Via Casimiro 6 -Brindisi
CAMBIARE ROTTA
Nello sconcertante quadro di abusi, di corruzione e di svendita degli interessi cittadini che emerge dall'inchiesta della Procura di Brindisi sui ritenuti intrecci tra affari e politica c'è una "perla" più volte in questi giorni messa giustamente in rilievo dalla stampa locale: i contatti e i rapporti di amministratori e politici locali con managers dell'Edipower ed ambienti governativi per addivenire all'emanazione di un decreto che facesse proseguire l'esercizio a carbone della vecchia centrale di Costa Morena la quale avrebbe dovuto cessare il funzionamento con tale combustibile entro il 31 dicembre del 2001.
Proprio quella Centrale che, alla luce della tesi accusatoria, il Sindaco di Brindisi aveva mostrato di voler chiudere alla fine del 2001 con una ordinanza esecutiva mai eseguita e poi vanificata da una decisione del TAR di Lecce perché ritenuta non adeguatamente motivata e provata nelle sue ragioni in fatto e in diritto.
Affermavano nel novembre dello scorso anno in una "Lettera aperta ai cittadini di Brindisi, alle Istituzioni e alle forze politiche e sociali" che quelle della politica locale "sono le vie di un rovinoso industrialismo che, calpestando le regole del buon senso e capovolgendo le logiche della legalità , opera scelte azzardate spesso in contrasto con la normativa vigente pretendendo poi di ottenere l'adeguamento di questa normativa a decisioni già prese". Precisavamo che "si sta insomma procedendo ad una sorta di legislazione di ratifica che consente a poteri forti ed a gruppi di pressione di realizzare ciò che vogliono cercando poi di far modellare norme e precetti sui propri interessi. Una tendenza pericolossissima per lo Stato democratico e per lo Stato di diritto che in sede politica dovrebbe essere oggetto di attenta e preoccupata riflessione". E nella stessa "lettera aperta" aggiungevamo che "i progetti in via di realizzazione trovano sostanzialmente concordi, ai diversi livelli di competenza e di responsabilità , le istituzioni locali e le forze politiche che in esse hanno ruoli di governo: un fronte quindi, per quanto riguarda la situazione dell'economia brindisina, che è tenuto insieme da un malinconico compromesso con l'annullamento di ogni sostanziale distinzione tra maggioranze e opposizioni". Purtroppo questa nostra denuncia ha avuto come risposta una vera e propria congiura del silenzio nella politica locale, in importanti settori sindacali e nelle istituzioni.
Quella che chiamavamo "legislazione di ratifica" per la Centrale di Brindisi Nord c'è stata davvero con l'aggravante di fare del porto una inquinante area di movimentazione del solo carbone. Segnaliamo questo a tutti coloro che sono investiti di responsabilità istituzionale e politica e chiediamo alla Magistratura di allargare l'indagine per verificare se nella inquietante operazione, per come dalla stessa Magistratura tratteggiata, ci siano stati, oltre l'ambito locale, comportamenti penalmente censurabili anche ad alti livelli di responsabilità imprenditoriale e istituzionale.
Ricordiamo poi di essere sempre in attesa di conoscere l'esito degli accertamenti presumibilmente effettuati in merito ai diversi esposti dal Forum inviati alla Procura della Repubblica di Brindisi in materia specificatamente ambientale, esposti che oggi possono essere riguardati alla luce di quanto sta emergendo dall'inchiesta in corso. Così come cogliamo l'occasione per rinnovare la domanda che l'inchiesta sulle morti al Petrolchimico sia portata avanti con tutti i necessari accertamenti e approfondimenti:lo chiede una città che da tempo paga un costo altissimo in termini di salute e di vite umane a certo industrialismo.
Siamo ben consapevoli che non ci sono colpevoli fino ad eventuali sentenze di condanna passate in giudicato così come siamo convinti che, quale che sia l'esito delle indagini in via di svolgimento, non sarà mai la Magistratura da sola che potrà affrontare e risolvere i gravi e talvolta tragici problemi di Brindisi. Noi del Forum, fedeli alla scelta di un impegno rigorosamente sociale, sentiamo in questo difficile momento il dovere di fare nuovamente appello alla politica perché trovi la forza di una radicale rigenerazione attraverso le vie obbligate della partecipazione del servizio all'interesse generale.
Torniamo perciò ad affermare che bisogna cambiare rotta per costruire una nuova politica che punti allo sviluppo del porto, alla valorizzazione del polo aeronautico, al sostegno ad iniziative imprenditoriali nel settore agro-alimentare, all'impulso da dare a produzioni di qualità nel settore tessile, alla promozione del turismo attraverso il miglioramento delle strutture e dei servizi. Si tratta insomma di costruire per Brindisi un futuro che non sia quello delle vecchie "cattedrali nel deserto" trasformate in moderni mostri tecnologici del profitto che non danno lavoro e seminano veleni. Un futuro che dovrebbe invece essere quello dell'apertura di nuovi spazi e di incentivi a piccole e medie imprese in grado di produrre beni e servizi di qualità e ad attività in linea con le esigenze e le domande del territorio, capaci di creare stabile occupazione dentro un ambizioso progetto di trasformazione di questo capoluogo da città sempre "usata" e devastata dal ceto di volta in volta dominante, in una città protagonista delle proprie scelte e del proprio destino.
Brindisi 14/10/2003
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